La notizia della scomparsa di Sergio Campana ha lasciato un profondo vuoto nel mondo del calcio italiano. Campana, una figura chiave nella storia del sindacato dei calciatori, l’AIC (Associazione Italiana Calciatori), è ricordato non solo per le sue abilità sul campo, ma anche per il suo impegno nella lotta per i diritti dei calciatori, un tema che negli anni ’60 e ’70 era spesso trascurato.
In una storica foto risalente a luglio del 1968, si vedono Sergio Campana, Sandro Mazzola, Gianni Rivera e Giacomo Bulgarelli riuniti attorno a un tavolo a Padova. Questo scatto rappresenta simbolicamente la nascita dell’AIC, un sindacato che è diventato un punto di riferimento per i calciatori italiani. Sandro Mazzola, uno dei fondatori e un campione dell’Inter, ricorda quel momento con grande emozione. “Lo volemmo fortemente per quei calciatori che senza i diritti per i quali lottavamo non ce la facevano”, ha dichiarato Mazzola in un’intervista con l’ANSA.
Il ruolo di Mazzola e dei fondatori
Mazzola, insieme ad altri illustri colleghi come Gianni Rivera e Bruno Giordano, ha avuto un ruolo fondamentale nella creazione di un’organizzazione che potesse tutelare gli interessi dei calciatori, molti dei quali vivevano in condizioni precarie e senza alcuna protezione legale.
- Senza quel sindacato, i calciatori non avrebbero mai avuto i diritti.
- Campana, non era solo un calciatore, ma anche un avvocato, portando una prospettiva unica nella gestione delle questioni legali legate al mondo del calcio.
- La sua attitudine calma e riflessiva lo ha reso un mediatore efficace.
Questa capacità di ascolto e di sintesi è stata preziosa nei momenti critici, quando le tensioni tra calciatori e società erano elevate.
L’eredità di Sergio Campana
L’AIC, sotto la guida di figure come Campana, è diventato un baluardo per i diritti dei calciatori in Italia. La sua fondazione ha segnato un cambiamento epocale, promuovendo una maggiore equità e giustizia nel mondo del calcio. All’epoca, molti calciatori non godevano di contratti adeguati e spesso erano soggetti a sfruttamento. La creazione del sindacato ha permesso loro di unirsi e di avere una voce, un diritto fondamentale che oggi diamo spesso per scontato.
Ricordando la figura di Campana, Mazzola sottolinea anche l’importanza della camaraderie e del rispetto reciproco che esisteva tra i calciatori di quel periodo. Anche se Mazzola e Rivera erano avversari sul campo, il rispetto che si erano guadagnati l’uno per l’altro è diventato un simbolo di come, nonostante le rivalità, fosse possibile lavorare insieme per un obiettivo comune. “Strinsi la mano a Gianni, all’atto di fondazione, e fu l’unica volta”, ha detto Mazzola con un sorriso, evidenziando l’ironia della situazione.
Un futuro migliore per i calciatori
La morte di Campana non segna solo la perdita di un grande calciatore e avvocato, ma anche di un visionario che ha contribuito in modo significativo a plasmare il futuro del calcio italiano. La sua eredità vive non solo attraverso il sindacato che ha contribuito a fondare, ma anche nel modo in cui oggi i calciatori possono rivendicare i propri diritti.
In un’epoca in cui il calcio è diventato un’industria da miliardi di euro, è fondamentale ricordare le radici di questa professione e il lavoro di pionieri come Campana, che hanno lottato per garantire che i diritti dei calciatori non venissero mai più ignorati. La sua azione ha aperto la strada a una maggiore responsabilità sociale, e oggi i calciatori sono sempre più coinvolti in questioni che vanno oltre il campo da gioco, come il diritto al lavoro, la salute e il benessere.
Oggi, mentre il calcio italiano continua a evolversi, le parole di Mazzola risuonano forti e chiare: “Campana è stato un grandissimo uomo”. La sua visione e il suo impegno rimarranno sempre nella memoria di quanti hanno avuto il privilegio di conoscerlo e di lavorare al suo fianco. La foto che Mazzola conserva in casa è più di un semplice ricordo; rappresenta una parte fondamentale della storia del calcio italiano e della lotta per i diritti dei calciatori.