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Ciclismo

“La cocaina…”: Ciclismo, la confessione shock del campione

“La cocaina…”: Ciclismo, la confessione shock di un campione controverso. Le sue parole per raccontare il periodo più buio della sua vita.

Nella sua vita è arrivato il momento in cui ha dovuto fare, una volta per tutte, i conti con sé stesso, con il suo passato, il suo presente e il suo futuro.

ciclismo, l’ex campione svela tutto (Foto ANSA wigglesport.it)

E ha deciso di farlo. Ha voluto raccontare tutto di sé, davanti a chi avrebbe poi reso pubbliche quelle sue parole. Una confessione a cuore aperto, non per volersi giustificare, ma per far comprendere i motivi dei suoi sbagli. L’immagine che più lo ferisce è quella di colui che ha tradito la stima, la fiducia, l’amore di un popolo innamorato del ciclismo e delle sue vittorie.

Il 28 novembre la docuserie di Prime Video, intitolata “Der Gejagte” ovvero La Preda, racconterà, in quattro puntate la sua storia e, parallelamente, anche quella del ciclismo spietato e malato degli anni ’90. Parole che susciteranno i sentimenti più diversi, dalla rabbia alla comprensione, dall’indignazione allo stupore. C’è tutto e il suo contrario in questa docuserie.  C’è il racconto dello sport più bello del mondo ma c’è anche la sua dannazione. Che ha il volto del Kaiser Jan Ullrich.

Ciclismo, la confessione shock del campione

Il 2 dicembre prossimo Jan Ullrich compirà 50 anni. Un passaggio importante. Ne sono passati 16 da quando ha appeso la bici al chiodo.

Jan Ullrich, la confessione shock del campione (Foto ANSA wigglesport.it)

Alla rivista tedesca Stern – come ci informa eurosport.it – l’ex corridore tedesco ha raccontato la sua carriera e, soprattutto, il momento in cui ha scoperto il doping. Le sue parole: “Ho imparato molto rapidamente che il doping era diffuso. Mi hanno insegnato: sei bravo, hai un grande talento, ti alleni con tantissima dedizione, ma se vuoi mantenere questo livello devi farlo“. Ullrich è così entrato in un tunnel che lo ha avvolto nel buio più assoluto.

Un buio che lui ha raccontato così: “Non avrei potuto cadere più in basso di così. Il vino divenne whisky. All’inizio ne bevevo una bottiglia al giorno, poi al massimo due. Era un anestetico. La cocaina mi ha trasformato in un mostro“. Un racconto, e parole, che entrano nelle viscere dell’ex campione tedesco, così come sono entrati, per anni, nelle sue viscere, alcol e droga. La paura di perdere perfino l’amore dei figli gli ha dato la forza di ritornare a riveder le stelle.

Da allora, Jan Ullrich, ha ripreso finalmente ad abbracciare la vita e a smettere di giocare, ogni giorno, con la morte.

Stefano Vori

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