Israele in Norvegia: una partita per la speranza e gli ostaggi

Israele in Norvegia: una partita per la speranza e gli ostaggi

Israele in Norvegia: una partita per la speranza e gli ostaggi - ©ANSA Photo

Luisa Marcelli

10 Ottobre 2025

Israele si prepara a scendere in campo per le qualificazioni ai Mondiali di calcio, affrontando la Norvegia in una partita che va oltre i semplici calcoli di classifica. La tensione è palpabile, nonostante il recente cessate il fuoco nella regione. L’atmosfera è carica di emozioni, con sentimenti di speranza e lotta che si mescolano al fervore calcistico.

Eli Dasa, il capitano della squadra israeliana, ha espresso la sua opinione sulla partecipazione della nazionale: “Non ho mai pensato che potessimo essere esclusi dalle competizioni, sarebbe stato un grande errore”. Le sue parole riflettono la determinazione di un popolo che, nonostante le avversità, trova nella sportività una fonte di gioia e unità. Dasa ha aggiunto: “Israele è in festa, il ritorno a casa degli ostaggi è ciò che abbiamo atteso per due anni e per il quale abbiamo combattuto”, evidenziando l’importanza di questo momento per la nazione.

significato di questo incontro

Anche il commissario tecnico Ben Shimon ha condiviso il suo punto di vista sul significato di questo incontro: “Sappiamo che il nostro campo è lo sport, non la politica, ma al tempo stesso questo è un grande giorno per la nostra squadra. I giocatori sono entusiasti per il ritorno degli ostaggi. Stiamo attraversando un periodo sanguinoso, e tutta la nazione ha bisogno di questo momento di gioia”. Queste parole mettono in evidenza come il calcio possa diventare un simbolo di resilienza e speranza in tempi difficili.

La partita si svolgerà allo stadio Ullevaal di Oslo, dove sono state previste rigide misure di sicurezza. All’entrata, ci sarà un controllo degli striscioni, ma non è stato imposto alcun divieto riguardo all’introduzione di bandiere palestinesi. La federazione norvegese ha lanciato un appello ai tifosi, invitandoli a portare principalmente bandiere norvegesi e a sostenere la propria squadra in questa importante partita di qualificazione. “Questa è una partita di calcio, non una manifestazione politica”, ha dichiarato un rappresentante della federazione, sottolineando l’intenzione di mantenere il focus sull’evento sportivo.

iniziativa benefica

Un aspetto significativo di questa partita è l’iniziativa di devolvere l’incasso a Medici Senza Frontiere, un’organizzazione che opera nella Striscia di Gaza. Tuttavia, la Federcalcio israeliana ha risposto con ironia, suggerendo di monitorare la destinazione dei fondi per evitare che possano finire a sostegno di gruppi terroristici. Questo scambio di opinioni mette in luce le tensioni che circondano non solo il calcio, ma anche le relazioni internazionali e le questioni politiche.

Lise Klaveness, presidente della Federazione calcistica norvegese (NFF), è stata una delle voci più forti nel chiedere l’esclusione di Israele dalle competizioni sportive, seguendo un percorso già intrapreso con la Russia. Questa posizione riflette una politica più ampia del governo norvegese, che ha riconosciuto lo Stato di Palestina e ha preso misure economiche nei confronti di società israeliane. Nonostante le pressioni esterne, Dasa ha risposto con determinazione, affermando: “Le sue parole non ci motivano particolarmente. Siamo motivati di nostro”.

la sfida in campo

Anche il commissario tecnico della Norvegia, Ståle Solbakken, ha riconosciuto la particolarità di questa partita, affermando: “È qualcosa di molto più grande del calcio”. Ha sottolineato che i giocatori hanno la libertà di esprimere le proprie opinioni sulla situazione politica, ma hanno convenuto di concentrarsi sull’aspetto sportivo. “I discorsi si sono spostati sul nostro lavoro: siamo professionisti, dobbiamo concentrarci solo sulla partita e pensare a fare il nostro lavoro”, ha dichiarato l’attaccante Sorloth, che giocherà in coppia con Haaland.

La Norvegia affronterà questo incontro senza il suo regista di centrocampo, Martin Ødegaard, escluso a causa di un infortunio al ginocchio. Sorloth ha commentato la situazione dicendo: “Dovremo giocare in modo diverso, più diretto, ma abbiamo giocatori all’altezza”. Attualmente, la Norvegia è in corsa per il primo posto nel girone e si prepara a sfidare una squadra israeliana nota per la sua forza offensiva, avendo già messo in difficoltà squadre come l’Italia.

In questo contesto, il calcio si presenta come un palcoscenico per esprimere sentimenti e valori, dove la competizione si intreccia con le emozioni più profonde di un popolo. La partita non è solo un incontro sportivo, ma un momento significativo che unisce le speranze, le paure e i sogni di chi vive in una regione segnata da conflitti e tensioni. La sfida tra Norvegia e Israele si preannuncia avvincente, con l’attenzione di milioni di tifosi e il mondo intero che osserva, in attesa di vedere quale sarà il prossimo capitolo di questa storia.

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