L’evento della firma dell’accordo di pace a Gaza ha catturato l’attenzione globale non solo per il suo significato politico, ma anche per la presenza inaspettata di Gianni Infantino, presidente della FIFA. In un contesto dominato da figure di spicco come Donald Trump, il presidente egiziano Abdel Fattah al-Sisi, il presidente turco Recep Tayyip Erdoğan e l’emiro del Qatar Tamim bin Hamad Al Thani, l’apparizione di Infantino ha suscitato curiosità e domande. Vestito con un elegante completo scuro, il leader del calcio mondiale sembrava fuori posto, ma la sua partecipazione non è stata affatto casuale.
il legame tra infantino e trump
La partecipazione di Infantino al vertice di Sharm el-Sheikh ha attirato l’attenzione dei media, con testate come New York Times e Al Jazeera che si sono chieste: “Cosa ci faceva Gianni Infantino al vertice sull’accordo di pace di Gaza?” La risposta è legata ai suoi rapporti personali con Donald Trump. Recentemente, Trump ha espresso preoccupazioni riguardo alla sicurezza delle partite del Mondiale 2026 negli Stati Uniti, suggerendo che potrebbero essere spostate, e la FIFA ha rilasciato una dichiarazione che sembra supportare le sue preoccupazioni.
dinamismo diplomatico e interessi economici
Il dinamismo diplomatico di Infantino va oltre il calcio, abbracciando interessi economici e geopolitici significativi. Dal 2021, ha stabilito la sua residenza in Qatar, paese che ha ospitato i Mondiali del 2022, il primo torneo organizzato in un paese arabo. La FIFA ha già pianificato il Mondiale 2026 negli Stati Uniti e sostiene la controversa candidatura dell’Arabia Saudita per il Mondiale 2036. Di seguito alcuni punti chiave:
- Accordo di sponsorizzazione: La compagnia petrolifera saudita Aramco ha siglato un accordo di sponsorizzazione con la FIFA, coinvolgendo anche il Mondiale femminile del 2027.
- Diritti TV: Negli Stati Uniti, il primo Mondiale per club ha visto diritti TV acquistati da DAZN per un miliardo di dollari, di cui il 10% è di proprietà dell’Arabia Saudita.
- Preoccupazioni politiche: Allenatori e dirigenti sportivi, come Carlos Queiroz, hanno messo in discussione le decisioni della FIFA riguardo agli spareggi asiatici del Mondiale.
la presenza di infantino al summit
Al summit di Sharm el-Sheikh, Infantino è stato l’unico partecipante non appartenente a un governo o a una famiglia reale araba. La sua presenza è stata giustificata da lui stesso, affermando di essere stato invitato da Trump, con il quale ha instaurato un legame amichevole dal 2018. In quell’occasione, Infantino portò un cartellino giallo e uno rosso come simbolo di amicizia.
Le polemiche non sono mancate, come dimostrato dalla visita alla Casa Bianca di giocatori della Juventus accompagnati da Infantino, in un momento delicato per le relazioni internazionali. Recentemente, Infantino ha applaudito Trump per la tregua a Gaza, proponendo addirittura di candidarlo per il Premio Nobel per la Pace.
Questa complessa rete di relazioni tra Infantino, Trump e i leader arabi solleva interrogativi sulle priorità della FIFA e sul futuro del calcio a livello globale. Con il mondo che osserva attentamente, l’abilità diplomatica di Infantino si fa sempre più evidente, rivelando un intreccio di interessi che va ben oltre il semplice sport.