L’intervento di Gabriele Gravina, presidente della FIGC, ha acceso un dibattito significativo sulle recenti polemiche riguardanti la partita di qualificazione ai Mondiali tra Italia e Israele. Durante un consiglio federale, Gravina ha chiarito le sue posizioni in merito alle tensioni che hanno caratterizzato questo incontro, sottolineando l’importanza di mantenere il calcio come un veicolo di aggregazione e non di divisione.
la necessità di giocare la partita
Gravina ha esordito con una domanda provocatoria: “Non si doveva giocare Italia-Israele?”. Ha spiegato che rinunciare a disputare la partita avrebbe comportato penalizzazioni per l’Italia, portando Israele a qualificarsi per il Mondiale. Secondo il presidente, questo ragionamento è “incomprensibile e poco sensato”. Ha quindi espresso il suo disappunto verso chi ha messo in discussione la validità dell’incontro, affermando che il calcio deve unire le persone.
un clima di sportività
Il presidente ha evidenziato che durante la partita il clima tra i tifosi italiani e israeliani è stato caratterizzato da gioia e serenità. “Chi ha vinto ha vinto e chi ha perso ha perso”, ha dichiarato, mettendo in risalto l’importanza della sportività. Anche i rappresentanti della federazione israeliana hanno contribuito a questo clima di amicizia e rispetto reciproco, dimostrando che il calcio può favorire relazioni positive.
la questione della sicurezza
Tuttavia, non sono mancati momenti di tensione, come gli scontri avvenuti all’esterno dello stadio Friuli, che Gravina ha condannato. Ha descritto tali episodi come provocati da “soggetti che non hanno nulla a che fare con il calcio”, evidenziando un problema crescente nel panorama calcistico mondiale, dove la passione si trasforma in violenza. La sicurezza durante gli eventi sportivi è diventata una priorità, e le autorità stanno cercando di trovare un equilibrio tra il diritto di esprimere la propria passione calcistica e la necessità di garantire un ambiente sicuro per tutti.
un appello alla pace
Gravina ha anche parlato dell’importanza del dialogo e della pace in un contesto geopolitico delicato. Ha sottolineato come il calcio possa essere un’opportunità per costruire ponti tra le culture, piuttosto che alimentare divisioni. “Lì fuori, mentre noi giocavamo, c’erano persone che hanno demolito una città nel giorno in cui si cercava di pattuirne la pace”, ha affermato, richiamando l’attenzione sulla necessità di utilizzare il calcio come mezzo per promuovere la comprensione reciproca.
In questo scenario complesso, il messaggio di Gravina è chiaro: il calcio deve rimanere un gioco di unione. La partita tra Italia e Israele non è stata solo un incontro sportivo, ma un’opportunità per riflettere su questioni più ampie, mostrando come lo sport possa andare oltre le rivalità e promuovere la comprensione reciproca. La FIGC, sotto la guida di Gravina, si impegna a creare un ambiente dove tutti si sentano benvenuti, rappresentando un appello alla pace e al rispetto, sia dentro che fuori dal campo.