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Giuseppe Moioli: il campione di canottaggio che ha scritto la storia a Londra 1948

Il mondo dello sport italiano è in lutto per la scomparsa di Giuseppe Moioli, un’icona del canottaggio e il più anziano campione olimpico vivente del Paese. È venuto a mancare all’età di 97 anni nella sua casa a Olcio, frazione di Mandello del Lario, in provincia di Lecco. La sua vita è stata una testimonianza di passione, dedizione e straordinari successi sportivi, che lo hanno reso una figura di riferimento nel panorama sportivo nazionale.

Nato il 21 marzo 1926, Moioli ha dedicato la sua vita al canottaggio, iniziando la carriera agonistica in giovane età e raggiungendo traguardi che lo hanno reso celebre non solo in Italia, ma anche a livello internazionale. Il suo palmarès è impressionante:

  1. Oro ai Giochi Olimpici di Londra 1948 nel quattro senza, insieme ai compagni Elio Morille, Giovanni Invernizzi e Franco Faggi.
  2. Campione d’Europa con medaglie d’oro in diverse edizioni del Campionato Europeo tra il 1947 e il 1958.
  3. Partecipazione a quattro edizioni dei Giochi Olimpici, inclusa la sua ultima apparizione nel 1960 a Roma.

Un campione oltre l’oro olimpico

Le imprese di Giuseppe Moioli non si limitarono al trionfo olimpico. Si distinse anche come campione d’Europa, conquistando medaglie in eventi chiave come Lucerna nel 1947, Amsterdam nel 1949 e nel 1954, Milano nel 1950 e Bled nel 1956. Nel 1958, aggiunse un altro titolo al suo già ricco curriculum, trionfando nell’otto a Poznan.

La carriera olimpica di Moioli si estese oltre l’oro di Londra, con partecipazioni a Helsinki nel 1952 e Melbourne nel 1956. La sua ultima apparizione ai Giochi, come riserva nel 1960, dimostrò come la sua esperienza e il suo talento rimanessero fondamentali anche al termine della sua carriera agonistica.

Un legame duraturo con il canottaggio

Dopo il ritiro, Moioli non si è mai allontanato dal mondo del canottaggio. Ha assunto un ruolo da tecnico nella Canottieri Moto Guzzi, formando una nuova generazione di atleti. Tra i suoi allievi, spiccano nomi come Piero Poli, oro a Seul nel 1988, e Carlo Mornati, medaglia d’argento a Sidney nel 2000. La sua influenza si estese a molti altri giovani talenti, contribuendo significativamente ai loro successi.

La notizia della sua scomparsa ha suscitato una reazione profonda nel mondo dello sport. Giovanni Malagò, presidente del Coni, ha espresso il suo cordoglio, unendosi al dolore della famiglia e della Federcanottaggio. Anche Davide Tizzano, presidente della Federazione Italiana Canottaggio, ha condiviso un ricordo toccante di Moioli, sottolineando l’importanza delle sue parole di incoraggiamento e il suo straordinario umanità.

Per onorare la memoria di Giuseppe Moioli, è stata proposta l’intitolazione del quattro senza Senior a lui dedicato, con una coppa che verrà assegnata ai prossimi Campionati assoluti. Questa iniziativa rappresenta un modo tangibile per mantenere vivo il suo ricordo e il suo impatto nel mondo del canottaggio.

La scomparsa di Giuseppe Moioli segna la fine di un’epoca, ma il suo legato e la sua passione per il canottaggio continueranno a vivere nei cuori di tutti coloro che hanno avuto la fortuna di conoscerlo e di essere ispirati dal suo straordinario percorso.

Luca Baldini

Ciao a tutti, mi chiamo Luca Baldini e sono redattore sportivo di Wigglesport! Scommetto che non vi sareste mai aspettati di incontrare un tizio così appassionato di sport "minori". Ebbene sì, mentre tutti gli altri seguono i grandi nomi del calcio e del basket, io mi tuffo a capofitto nel mondo affascinante delle discipline meno conosciute! La mia curiosità per gli sport alternativi è nata quasi per caso. Cresciuto tra le Alpi piemontesi, tra una discesa sugli sci e una partita a curling con gli amici, ho sviluppato un amore viscerale per tutte quelle attività che non sempre fanno i titoli dei giornali. Dai Campionati Mondiali di Badminton ai Tornei Internazionali di Bocce, ho sempre avuto un debole per tutto ciò che è insolito e sorprendente. Dopo aver terminato gli studi in Comunicazione e Giornalismo a Torino, ho realizzato il mio sogno di diventare redattore sportivo, portando con me questa passione fuori dal comune. All'inizio la mia famiglia e i miei amici mi prendevano bonariamente in giro ("Luca, chi vuoi che legga di un torneo di cricket islandese?"), ma con il tempo hanno imparato ad apprezzare la bellezza degli sport minori e il mio modo di raccontarli. Ho avuto la fortuna di viaggiare in tutto il mondo per seguire competizioni di ogni genere, descrivendo con passione le performance di atleti incredibili che gareggiano lontano dai riflettori della ribalta mediatica. La mia scrivania? Un arcobaleno di locandine di eventi da ogni angolo del globo! Se c'è una cosa che amo del mio lavoro, è la capacità di portare alla luce storie emozionanti e spesso trascurate. Raccontare le gesta di un arciere paralimpico o la preparazione di una squadra di rugby su sedia a rotelle mi riempie di orgoglio e mi spinge a essere sempre più curioso. Quando non sono impegnato a scrivere o a seguire competizioni improbabili, mi piace partecipare personalmente ad alcuni di questi sport. E sì, ho collezionato più magliette da gara di corse con i sacchi e di tornei di palla tamburello di quante ne possa contare! Quindi, se mai sentite parlare di uno sport di cui nessuno sa nulla, c'è una buona possibilità che io sia lì a raccontarlo. Perché, in fondo, ogni disciplina ha una sua magia speciale, e io sono qui per condividere quella magia con voi. A presto,

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