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Gianetti: perché spero che Pogacar rinunci alla Parigi-Roubaix

La Parigi-Roubaix si avvicina e con essa cresce l’attesa per una delle corse ciclistiche più iconiche e temute a livello internazionale. In questo contesto, Mauro Gianetti, CEO e manager della UAE Team Emirates, ha espresso le sue preoccupazioni riguardo alla partecipazione di Tadej Pogacar, il giovane fenomeno sloveno e campione del mondo in carica. Durante un’intervista a Rai Sport, Gianetti ha commentato la recente caduta di Pogacar alla Strade Bianche, dove, nonostante le escoriazioni, è riuscito a vincere a Siena, in Piazza del Campo.

La caduta di Pogacar e le sue conseguenze

La caduta di Pogacar è stata un episodio preoccupante. Gianetti ha sottolineato che una brutta caduta durante la Parigi-Roubaix potrebbe avere conseguenze gravi sulla stagione del corridore. “Una caduta seria potrebbe mettere in dubbio la presenza di Tadej al Tour de France e compromettere la sua stagione”, ha spiegato Gianetti. Per un atleta della sua caratura, il Tour de France rappresenta un obiettivo fondamentale, e qualsiasi rischio inutile potrebbe rivelarsi fatale per le sue ambizioni.

La resilienza di Pogacar

Nonostante le preoccupazioni, Pogacar ha dimostrato di avere una resilienza straordinaria, capace di superare le avversità. A soli 24 anni, ha già conquistato il cuore degli appassionati di ciclismo con le sue imprese, tra cui:

  1. Due vittorie al Tour de France
  2. Il titolo di campione del mondo nel 2022
  3. Numerosi altri trofei prestigiosi

Gianetti, pur riconoscendo il talento di Pogacar, è consapevole dell’importanza di proteggere il futuro del suo atleta. “È ancora giovane e avrà tutto il tempo di correrla”, ha aggiunto Gianetti, evidenziando la necessità di una gestione oculata della carriera di Pogacar.

La strategia a lungo termine

La Parigi-Roubaix è nota per le sue condizioni estreme, con settori di pavé, buche e strade sterrate che mettono a dura prova anche i corridori più esperti. In questo contesto, ogni caduta, anche la più lieve, può comportare conseguenze indesiderate. Attualmente, Pogacar sta focalizzando le sue energie sulla Milano-Sanremo, un’altra classica di grande prestigio che rappresenta un importante traguardo nella sua stagione. La corsa, che si svolgerà il 18 marzo 2023, offre a Pogacar l’opportunità di dimostrare nuovamente il suo valore, ma la sua partecipazione alla Parigi-Roubaix rimane incerta. “Tadej vorrebbe esserci, ma gli dirò di attendere e di non prendere dei rischi”, ha ribadito Gianetti, sottolineando l’importanza di una strategia a lungo termine.

Il dilemma di Pogacar riflette una questione più ampia nel mondo del ciclismo professionistico: come bilanciare l’ambizione e la cautela? Molti ciclisti giovani si trovano di fronte a scelte simili, e la pressione per esibirsi ad alti livelli può essere schiacciante. La saggezza di un manager come Gianetti, con la sua lunga esperienza nel settore, può rivelarsi fondamentale per guidare i giovani talenti verso una carriera duratura e di successo.

In conclusione, mentre i tifosi attendono con ansia di vedere se Pogacar prenderà parte alla Parigi-Roubaix, resta da vedere come si evolverà la situazione. Le decisioni strategiche da prendere in vista della stagione sono molteplici, e ogni scelta avrà un impatto significativo non solo sulla carriera di Pogacar, ma anche sulla UAE Team Emirates nel suo complesso. Con pazienza e determinazione, Pogacar potrà continuare a stupire il mondo del ciclismo, sempre sotto la guida attenta di Gianetti, che si dimostra un leader saggio e lungimirante.

Luca Baldini

Ciao a tutti, mi chiamo Luca Baldini e sono redattore sportivo di Wigglesport! Scommetto che non vi sareste mai aspettati di incontrare un tizio così appassionato di sport "minori". Ebbene sì, mentre tutti gli altri seguono i grandi nomi del calcio e del basket, io mi tuffo a capofitto nel mondo affascinante delle discipline meno conosciute! La mia curiosità per gli sport alternativi è nata quasi per caso. Cresciuto tra le Alpi piemontesi, tra una discesa sugli sci e una partita a curling con gli amici, ho sviluppato un amore viscerale per tutte quelle attività che non sempre fanno i titoli dei giornali. Dai Campionati Mondiali di Badminton ai Tornei Internazionali di Bocce, ho sempre avuto un debole per tutto ciò che è insolito e sorprendente. Dopo aver terminato gli studi in Comunicazione e Giornalismo a Torino, ho realizzato il mio sogno di diventare redattore sportivo, portando con me questa passione fuori dal comune. All'inizio la mia famiglia e i miei amici mi prendevano bonariamente in giro ("Luca, chi vuoi che legga di un torneo di cricket islandese?"), ma con il tempo hanno imparato ad apprezzare la bellezza degli sport minori e il mio modo di raccontarli. Ho avuto la fortuna di viaggiare in tutto il mondo per seguire competizioni di ogni genere, descrivendo con passione le performance di atleti incredibili che gareggiano lontano dai riflettori della ribalta mediatica. La mia scrivania? Un arcobaleno di locandine di eventi da ogni angolo del globo! Se c'è una cosa che amo del mio lavoro, è la capacità di portare alla luce storie emozionanti e spesso trascurate. Raccontare le gesta di un arciere paralimpico o la preparazione di una squadra di rugby su sedia a rotelle mi riempie di orgoglio e mi spinge a essere sempre più curioso. Quando non sono impegnato a scrivere o a seguire competizioni improbabili, mi piace partecipare personalmente ad alcuni di questi sport. E sì, ho collezionato più magliette da gara di corse con i sacchi e di tornei di palla tamburello di quante ne possa contare! Quindi, se mai sentite parlare di uno sport di cui nessuno sa nulla, c'è una buona possibilità che io sia lì a raccontarlo. Perché, in fondo, ogni disciplina ha una sua magia speciale, e io sono qui per condividere quella magia con voi. A presto,

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