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Gianetti esprime timori: Spero che Pogacar salti la Parigi-Roubaix

La Parigi-Roubaix è una delle gare più iconiche e temute del ciclismo mondiale, nota per le sue sfide estreme e la sua storia avvincente. Quest’anno, la partecipazione di uno dei ciclisti più talentuosi, Tadej Pogacar, è al centro dell’attenzione. Mauro Gianetti, Ceo e manager della UAE Team Emirates, ha espresso la sua preoccupazione riguardo alla possibilità che Pogacar prenda parte a questa competizione, sottolineando i rischi che potrebbe comportare.

Durante un’intervista a Rai Sport, Gianetti ha parlato della recente caduta di Pogacar avvenuta durante la Strade Bianche, una corsa che si svolge tra le colline toscane. In questa competizione, Pogacar ha subito diverse escoriazioni ma ha dimostrato la sua resilienza vincendo la tappa finale a Siena. Questo episodio ha messo in luce non solo le sue abilità atletiche, ma anche la determinazione che lo contraddistingue.

I rischi della Parigi-Roubaix

Gianetti ha evidenziato i rischi associati alla partecipazione di Pogacar alla Parigi-Roubaix, affermando: “Una brutta caduta durante la Roubaix potrebbe mettere in dubbio la presenza di Tadej al Tour de France e compromettere la sua stagione”. La Parigi-Roubaix è famosa per il suo percorso duro e insidioso, caratterizzato da tratti di pavé che sfidano anche i ciclisti più esperti. Le condizioni atmosferiche possono rendere la gara ancora più pericolosa, aumentando i rischi di infortuni.

  1. Rischi fisici: Le cadute possono compromettere la carriera di un ciclista.
  2. Impatto sulla stagione: Un infortunio alla Parigi-Roubaix potrebbe influenzare altre competizioni importanti.
  3. Strategia a lungo termine: È fondamentale proteggere la carriera di Pogacar, considerando la sua giovane età.

La scelta di Pogacar

Gianetti ha ribadito l’importanza di proteggere la carriera a lungo termine di Pogacar, affermando: “Spero quindi che decida di non andare, e glielo dirò: lui è ancora giovane e avrà tutto il tempo di correrla”. Attualmente, Pogacar si sta concentrando su altre competizioni, come la Milano-Sanremo, una delle classiche più prestigiose del calendario ciclistico. La sua partecipazione alla Parigi-Roubaix rimane incerta, poiché deve valutare attentamente i rischi e le opportunità.

La storia della Parigi-Roubaix

La Parigi-Roubaix ha una lunga storia, risalente al 1896, ed è considerata una delle prove più difficili del ciclismo professionistico. Conosciuta come “l’Inferno del Nord”, la gara è famosa per le sue condizioni estreme e il percorso impegnativo. Molti ciclisti, anche i più esperti, hanno subito infortuni durante questa competizione, rendendo giustificata la preoccupazione di Gianetti per Pogacar.

Pogacar, già vincitore di due Tour de France e di numerosi altri titoli, ha dimostrato di essere un ciclista versatile e capace di affrontare ogni tipo di percorso. Tuttavia, la Parigi-Roubaix rappresenta un’incognita, e Gianetti sembra voler proteggere il suo talento, suggerendo che ci siano altre opportunità in futuro. La gestione dei talenti è essenziale per garantire che gli atleti raggiungano il picco della loro carriera, mantenendo al contempo una salute ottimale per gli anni a venire.

Le parole di Gianetti possono essere interpretate come un appello alla prudenza e alla saggezza nella gestione delle carriere di grandi talenti come Pogacar. La questione della partecipazione di Pogacar alla Parigi-Roubaix apre un dibattito più ampio nel mondo del ciclismo: fino a che punto i giovani ciclisti dovrebbero affrontare gare di tale intensità? Mentre la pressione di vincere è sempre alta, è fondamentale considerare il benessere a lungo termine degli atleti.

Luca Baldini

Ciao a tutti, mi chiamo Luca Baldini e sono redattore sportivo di Wigglesport! Scommetto che non vi sareste mai aspettati di incontrare un tizio così appassionato di sport "minori". Ebbene sì, mentre tutti gli altri seguono i grandi nomi del calcio e del basket, io mi tuffo a capofitto nel mondo affascinante delle discipline meno conosciute! La mia curiosità per gli sport alternativi è nata quasi per caso. Cresciuto tra le Alpi piemontesi, tra una discesa sugli sci e una partita a curling con gli amici, ho sviluppato un amore viscerale per tutte quelle attività che non sempre fanno i titoli dei giornali. Dai Campionati Mondiali di Badminton ai Tornei Internazionali di Bocce, ho sempre avuto un debole per tutto ciò che è insolito e sorprendente. Dopo aver terminato gli studi in Comunicazione e Giornalismo a Torino, ho realizzato il mio sogno di diventare redattore sportivo, portando con me questa passione fuori dal comune. All'inizio la mia famiglia e i miei amici mi prendevano bonariamente in giro ("Luca, chi vuoi che legga di un torneo di cricket islandese?"), ma con il tempo hanno imparato ad apprezzare la bellezza degli sport minori e il mio modo di raccontarli. Ho avuto la fortuna di viaggiare in tutto il mondo per seguire competizioni di ogni genere, descrivendo con passione le performance di atleti incredibili che gareggiano lontano dai riflettori della ribalta mediatica. La mia scrivania? Un arcobaleno di locandine di eventi da ogni angolo del globo! Se c'è una cosa che amo del mio lavoro, è la capacità di portare alla luce storie emozionanti e spesso trascurate. Raccontare le gesta di un arciere paralimpico o la preparazione di una squadra di rugby su sedia a rotelle mi riempie di orgoglio e mi spinge a essere sempre più curioso. Quando non sono impegnato a scrivere o a seguire competizioni improbabili, mi piace partecipare personalmente ad alcuni di questi sport. E sì, ho collezionato più magliette da gara di corse con i sacchi e di tornei di palla tamburello di quante ne possa contare! Quindi, se mai sentite parlare di uno sport di cui nessuno sa nulla, c'è una buona possibilità che io sia lì a raccontarlo. Perché, in fondo, ogni disciplina ha una sua magia speciale, e io sono qui per condividere quella magia con voi. A presto,

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