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Gianetti esprime timori: Pogacar dovrebbe evitare la Parigi-Roubaix?

Mauro Gianetti, CEO e manager della UAE Team Emirates, ha recentemente espresso preoccupazione riguardo alla partecipazione di Tadej Pogacar alla prossima edizione della Parigi-Roubaix. Durante un’intervista ai microfoni di Rai Sport, Gianetti ha affermato: “Spero che Tadej decida di non correre la Parigi-Roubaix quest’anno”. Questa dichiarazione è emersa a seguito di un incidente subito dal giovane ciclista sloveno, campione del mondo in carica, durante la Strade Bianche, una delle corse più affascinanti del calendario ciclistico.

Nel corso della Strade Bianche, Pogacar ha subito una caduta che lo ha visto finire in un fosso, riportando diversi graffi e escoriazioni. Nonostante l’incidente, la determinazione del ciclista ha brillato quando, dopo essersi ripreso, è riuscito a conquistare la vittoria in Piazza del Campo a Siena. Questo episodio non solo ha messo in evidenza le sue straordinarie capacità di recupero, ma ha anche sollevato interrogativi sulla sua partecipazione a eventi futuri, in particolare alla temuta Parigi-Roubaix.

la salute prima di tutto

Gianetti ha sottolineato l’importanza della salute e della sicurezza del suo atleta. “Una brutta caduta durante la Roubaix potrebbe mettere in dubbio la presenza di Tadej al Tour de France e perfino compromettere la sua stagione”, ha dichiarato. Questo commento non è da sottovalutare, considerando l’impatto che un infortunio può avere su un ciclista di alto livello, soprattutto quando si avvicina un evento cruciale come il Tour de France, che si svolgerà quest’anno dal 1 al 23 luglio.

la parigi-roubaix: una corsa temuta

La Parigi-Roubaix, conosciuta come “La Regina delle Classiche”, è famosa per il suo percorso impegnativo, che include tratti di pavé e condizioni meteorologiche spesso avverse. Questi fattori contribuiscono a rendere la corsa una delle più dure del calendario ciclistico. Pogacar, pur essendo un ciclista talentuoso e versatile, non ha mai partecipato a questa competizione iconica e la sua scelta di correre o meno potrebbe influenzare non solo il suo programma, ma anche le aspettative della squadra.

  1. Determinazione: Pogacar vorrebbe esserci, ma Gianetti lo esorta a prendersi il tempo necessario.
  2. Rischi: “Dovrebbe attendere e non prendere dei rischi, perché lì potrebbe farsi davvero male”, ha concluso il manager.
  3. Salute: Questo approccio riflette una comprensione più ampia della carriera di un atleta, dove la salute e il benessere a lungo termine devono prevalere sulle ambizioni immediate.

preparazione e opportunità

Nel frattempo, Pogacar si sta preparando per la Milano-Sanremo, un’altra delle grandi classiche del ciclismo che si svolgerà il 18 marzo 2023. Questa corsa rappresenta un’importante opportunità per il ciclista sloveno di dimostrare le sue doti su un percorso che, pur non essendo così impegnativo come la Parigi-Roubaix, offre comunque sfide significative. La Milano-Sanremo è nota per la sua lunghezza, circa 300 chilometri, e per le sue salite, tra cui il Poggio di San Remo, che possono risultare decisive per il risultato finale.

La questione della partecipazione di Pogacar alla Parigi-Roubaix non riguarda solo le sue ambizioni personali, ma anche il futuro della UAE Team Emirates, che ha grandi aspettative per la stagione. La squadra, sotto la guida di Gianetti, ha investito molto nella preparazione e nello sviluppo dei propri atleti, puntando a ottenere risultati di prestigio nelle corse più importanti. La gestione degli infortuni e delle scelte strategiche diventa quindi cruciale per garantire il massimo rendimento.

Pogacar, nato il 21 settembre 1998 a Komenda, Slovenia, ha già conquistato numerosi titoli e riconoscimenti nella sua carriera, tra cui il Tour de France nel 2020 e nel 2021, diventando così uno dei ciclisti più giovani e talentuosi della storia. La sua crescita come atleta è stata segnata da una combinazione di talento naturale, duro lavoro e supporto da parte della sua squadra e del suo staff.

La decisione di Pogacar di partecipare o meno alla Parigi-Roubaix avrà ripercussioni non solo sulla sua carriera, ma anche sull’immagine della UAE Team Emirates nel panorama ciclistico internazionale. La pressione su di lui è alta, ma è fondamentale che lui e il suo team prendano decisioni sagge e strategiche per il futuro. La salute e il recupero devono essere sempre la priorità, specialmente in una disciplina così fisicamente esigente come il ciclismo. La carriera di un atleta è lunga, e ogni scelta fatta oggi può influenzare il suo percorso negli anni a venire.

Luca Baldini

Ciao a tutti, mi chiamo Luca Baldini e sono redattore sportivo di Wigglesport! Scommetto che non vi sareste mai aspettati di incontrare un tizio così appassionato di sport "minori". Ebbene sì, mentre tutti gli altri seguono i grandi nomi del calcio e del basket, io mi tuffo a capofitto nel mondo affascinante delle discipline meno conosciute! La mia curiosità per gli sport alternativi è nata quasi per caso. Cresciuto tra le Alpi piemontesi, tra una discesa sugli sci e una partita a curling con gli amici, ho sviluppato un amore viscerale per tutte quelle attività che non sempre fanno i titoli dei giornali. Dai Campionati Mondiali di Badminton ai Tornei Internazionali di Bocce, ho sempre avuto un debole per tutto ciò che è insolito e sorprendente. Dopo aver terminato gli studi in Comunicazione e Giornalismo a Torino, ho realizzato il mio sogno di diventare redattore sportivo, portando con me questa passione fuori dal comune. All'inizio la mia famiglia e i miei amici mi prendevano bonariamente in giro ("Luca, chi vuoi che legga di un torneo di cricket islandese?"), ma con il tempo hanno imparato ad apprezzare la bellezza degli sport minori e il mio modo di raccontarli. Ho avuto la fortuna di viaggiare in tutto il mondo per seguire competizioni di ogni genere, descrivendo con passione le performance di atleti incredibili che gareggiano lontano dai riflettori della ribalta mediatica. La mia scrivania? Un arcobaleno di locandine di eventi da ogni angolo del globo! Se c'è una cosa che amo del mio lavoro, è la capacità di portare alla luce storie emozionanti e spesso trascurate. Raccontare le gesta di un arciere paralimpico o la preparazione di una squadra di rugby su sedia a rotelle mi riempie di orgoglio e mi spinge a essere sempre più curioso. Quando non sono impegnato a scrivere o a seguire competizioni improbabili, mi piace partecipare personalmente ad alcuni di questi sport. E sì, ho collezionato più magliette da gara di corse con i sacchi e di tornei di palla tamburello di quante ne possa contare! Quindi, se mai sentite parlare di uno sport di cui nessuno sa nulla, c'è una buona possibilità che io sia lì a raccontarlo. Perché, in fondo, ogni disciplina ha una sua magia speciale, e io sono qui per condividere quella magia con voi. A presto,

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