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Gianetti esprime timori: perché Pogacar dovrebbe saltare la Parigi-Roubaix

Mauro Gianetti, CEO e manager della UAE Team Emirates, ha recentemente espresso la sua preoccupazione riguardo alla partecipazione di Tadej Pogacar alla Parigi-Roubaix di quest’anno. Durante un’intervista con Rai Sport, Gianetti ha dichiarato: “Spero che Tadej decida di non correre la Parigi-Roubaix quest’anno”. Questa affermazione è emersa a seguito di un incidente avvenuto durante la Strade Bianche, una corsa che si svolge sulle strade sterrate della Toscana, durante la quale Pogacar ha subito una caduta che lo ha portato a finire in un fosso, riportando diverse escoriazioni. Nonostante ciò, il giovane sloveno ha dimostrato il suo incredibile talento e resilienza, riuscendo a vincere la corsa a Siena, in Piazza del Campo.

La preoccupazione di Gianetti

La caduta di Pogacar ha suscitato notevoli preoccupazioni in Gianetti, il quale ha evidenziato i rischi che la Parigi-Roubaix presenta. “Una brutta caduta durante la Roubaix potrebbe mettere in dubbio la presenza di Tadej al Tour de France e perfino compromettere la sua stagione”, ha continuato. L’importanza del Tour de France per un ciclista della sua statura è innegabile. Pogacar, attuale campione del mondo, è uno dei corridori più promettenti della sua generazione e la sua partecipazione a questa competizione potrebbe determinare il suo futuro nel ciclismo.

La gestione della carriera di Pogacar

Gianetti ha anche sottolineato la giovane età di Pogacar, affermando che “lui è ancora giovane e avrà tutto il tempo di correrla”. Questo commento mette in luce un aspetto cruciale della carriera di un ciclista: la gestione delle competizioni e il rischio di infortuni a lungo termine. La Parigi-Roubaix, nota per i suoi tratti di pavé e le condizioni spesso avverse, è considerata una delle corse più dure del panorama ciclistico. Non è raro che i corridori subiscano infortuni gravi, specialmente in una corsa così impegnativa.

La strategia per il futuro

Attualmente, Pogacar è concentrato sulla Milano-Sanremo, un’altra delle grandi classiche del ciclismo. Tuttavia, la sua partecipazione alla Parigi-Roubaix rimane incerta. Gianetti ha affermato che “Tadej vorrebbe esserci, ma gli dirò di attendere e di non prendere dei rischi, perché lì potrebbe farsi davvero male”. Queste parole riflettono non solo la preoccupazione per la salute del corridore, ma anche una strategia di lungo termine per la sua carriera.

La stagione ciclistica è ricca di eventi e la pressione per partecipare a competizioni prestigiose è alta. Tuttavia, è essenziale che i manager e i team valutino attentamente i rischi associati a ogni corsa. La salute e il benessere del corridore devono essere sempre al primo posto. Gianetti sembra avere una visione chiara e responsabile della situazione, e la sua esperienza nel settore del ciclismo gli consente di prendere decisioni sagge per il futuro di Pogacar.

Conclusione

Il giovane sloveno, nato il 21 settembre 1998 a Komenda, Slovenia, ha rapidamente guadagnato la reputazione di uno dei ciclisti più talentuosi della sua generazione. Dopo aver vinto il Tour de France nel 2020 e 2021, Pogacar ha dimostrato una straordinaria capacità di affrontare le sfide, e la sua vittoria alla Strade Bianche ne è la prova. Con il suo stile di corsa aggressivo e la sua determinazione, è diventato un punto di riferimento nel ciclismo mondiale.

In un contesto in cui i ciclisti sono costantemente spinti a superare i propri limiti, è fondamentale che i manager come Gianetti continuino a mettere la salute e il benessere dei loro atleti al primo posto. La Parigi-Roubaix è una corsa leggendaria, ma ci sono molte altre strade che Pogacar potrà percorrere, e il suo talento merita di essere preservato e coltivato nel tempo.

Luca Baldini

Ciao a tutti, mi chiamo Luca Baldini e sono redattore sportivo di Wigglesport! Scommetto che non vi sareste mai aspettati di incontrare un tizio così appassionato di sport "minori". Ebbene sì, mentre tutti gli altri seguono i grandi nomi del calcio e del basket, io mi tuffo a capofitto nel mondo affascinante delle discipline meno conosciute! La mia curiosità per gli sport alternativi è nata quasi per caso. Cresciuto tra le Alpi piemontesi, tra una discesa sugli sci e una partita a curling con gli amici, ho sviluppato un amore viscerale per tutte quelle attività che non sempre fanno i titoli dei giornali. Dai Campionati Mondiali di Badminton ai Tornei Internazionali di Bocce, ho sempre avuto un debole per tutto ciò che è insolito e sorprendente. Dopo aver terminato gli studi in Comunicazione e Giornalismo a Torino, ho realizzato il mio sogno di diventare redattore sportivo, portando con me questa passione fuori dal comune. All'inizio la mia famiglia e i miei amici mi prendevano bonariamente in giro ("Luca, chi vuoi che legga di un torneo di cricket islandese?"), ma con il tempo hanno imparato ad apprezzare la bellezza degli sport minori e il mio modo di raccontarli. Ho avuto la fortuna di viaggiare in tutto il mondo per seguire competizioni di ogni genere, descrivendo con passione le performance di atleti incredibili che gareggiano lontano dai riflettori della ribalta mediatica. La mia scrivania? Un arcobaleno di locandine di eventi da ogni angolo del globo! Se c'è una cosa che amo del mio lavoro, è la capacità di portare alla luce storie emozionanti e spesso trascurate. Raccontare le gesta di un arciere paralimpico o la preparazione di una squadra di rugby su sedia a rotelle mi riempie di orgoglio e mi spinge a essere sempre più curioso. Quando non sono impegnato a scrivere o a seguire competizioni improbabili, mi piace partecipare personalmente ad alcuni di questi sport. E sì, ho collezionato più magliette da gara di corse con i sacchi e di tornei di palla tamburello di quante ne possa contare! Quindi, se mai sentite parlare di uno sport di cui nessuno sa nulla, c'è una buona possibilità che io sia lì a raccontarlo. Perché, in fondo, ogni disciplina ha una sua magia speciale, e io sono qui per condividere quella magia con voi. A presto,

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