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Gianetti esprime la sua speranza: Pogacar non in gara alla Parigi-Roubaix

Il mondo del ciclismo si trova in un momento cruciale, e le recenti dichiarazioni di Mauro Gianetti, Ceo e manager della UAE Team Emirates, hanno acceso un acceso dibattito riguardo alla partecipazione di Tadej Pogacar alla Parigi-Roubaix. Durante un’intervista con Rai Sport, Gianetti ha espresso il suo desiderio che il giovane campione sloveno non prenda parte a questa storica corsa. Questo commento arriva dopo l’incidente di Pogacar alla Strade Bianche, dove ha subito una caduta significativa, riportando diverse escoriazioni, ma riuscendo comunque a conquistare la vittoria a Siena.

le preoccupazioni di gianetti

Gianetti ha manifestato la sua preoccupazione per le possibili conseguenze di un’ulteriore caduta durante la Parigi-Roubaix, una delle gare più impegnative del calendario ciclistico. Ha avvertito che “una brutta caduta durante la Roubaix potrebbe mettere in dubbio la presenza di Tadej al Tour de France e compromettere la sua stagione”. È cruciale, secondo Gianetti, preservare la carriera di Pogacar, che ha ancora molte opportunità davanti a sé per affrontare questa corsa in futuro.

la parigi-roubaix e i suoi rischi

La Parigi-Roubaix, conosciuta anche come “La Regina delle Classiche”, è una gara che presenta sfide uniche, con i suoi famosi settori di pavé che possono mettere a dura prova anche i ciclisti più esperti. Considerando il recente incidente di Pogacar, la paura di un infortunio serio è giustificata. Gianetti ha espresso l’intenzione di consigliare il suo corridore di evitare rischi inutili e di concentrarsi su altre competizioni, come la Milano-Sanremo, che rappresenta il prossimo obiettivo di Pogacar.

pogacar: un talento da proteggere

Tadej Pogacar, campione del mondo in carica, è uno dei ciclisti più promettenti della sua generazione, con una carriera che ha preso slancio grazie a vittorie significative nel Tour de France e in altre gare prestigiose. Tuttavia, la pressione di mantenere un alto livello di prestazioni può essere opprimente. Le parole di Gianetti evidenziano l’importanza di avere una visione a lungo termine sulla carriera di Pogacar, specialmente in un momento in cui la sua salute e il suo stato di forma devono rimanere una priorità per la UAE Team Emirates.

La Milano-Sanremo, in programma per il 18 marzo 2023, è un’altra delle classiche del ciclismo che Pogacar punta a vincere. Questa gara, conosciuta come “La Primavera”, rappresenta un’opportunità per i corridori di dimostrare il loro valore nella prima parte della stagione. La squadra UAE Team Emirates ha storicamente avuto una buona presenza in questa corsa e mira a ottenere risultati positivi.

Il dibattito su se Pogacar debba o meno partecipare alla Parigi-Roubaix è emblematico delle sfide che molti ciclisti affrontano nel bilanciare la competizione con la necessità di proteggere la propria carriera. La pressione di partecipare a eventi di alto profilo è enorme, ma le conseguenze di un possibile infortunio potrebbero avere ripercussioni durature.

In conclusione, mentre la comunità ciclistica attende con ansia le decisioni di Pogacar e della sua squadra, le parole di Gianetti servono da promemoria sull’importanza di prendersi cura degli atleti e di considerare la loro salute e il loro benessere. La Parigi-Roubaix attira sempre l’attenzione degli appassionati di ciclismo, ma la salute e la carriera di un giovane campione come Pogacar devono rimanere la priorità principale. La decisione finale sul suo coinvolgimento nella gara rimane incerta, ma le speranze di Gianetti riflettono un desiderio comune tra i tifosi: vedere Pogacar in forma e pronto a competere per molti anni a venire.

Luca Baldini

Ciao a tutti, mi chiamo Luca Baldini e sono redattore sportivo di Wigglesport! Scommetto che non vi sareste mai aspettati di incontrare un tizio così appassionato di sport "minori". Ebbene sì, mentre tutti gli altri seguono i grandi nomi del calcio e del basket, io mi tuffo a capofitto nel mondo affascinante delle discipline meno conosciute! La mia curiosità per gli sport alternativi è nata quasi per caso. Cresciuto tra le Alpi piemontesi, tra una discesa sugli sci e una partita a curling con gli amici, ho sviluppato un amore viscerale per tutte quelle attività che non sempre fanno i titoli dei giornali. Dai Campionati Mondiali di Badminton ai Tornei Internazionali di Bocce, ho sempre avuto un debole per tutto ciò che è insolito e sorprendente. Dopo aver terminato gli studi in Comunicazione e Giornalismo a Torino, ho realizzato il mio sogno di diventare redattore sportivo, portando con me questa passione fuori dal comune. All'inizio la mia famiglia e i miei amici mi prendevano bonariamente in giro ("Luca, chi vuoi che legga di un torneo di cricket islandese?"), ma con il tempo hanno imparato ad apprezzare la bellezza degli sport minori e il mio modo di raccontarli. Ho avuto la fortuna di viaggiare in tutto il mondo per seguire competizioni di ogni genere, descrivendo con passione le performance di atleti incredibili che gareggiano lontano dai riflettori della ribalta mediatica. La mia scrivania? Un arcobaleno di locandine di eventi da ogni angolo del globo! Se c'è una cosa che amo del mio lavoro, è la capacità di portare alla luce storie emozionanti e spesso trascurate. Raccontare le gesta di un arciere paralimpico o la preparazione di una squadra di rugby su sedia a rotelle mi riempie di orgoglio e mi spinge a essere sempre più curioso. Quando non sono impegnato a scrivere o a seguire competizioni improbabili, mi piace partecipare personalmente ad alcuni di questi sport. E sì, ho collezionato più magliette da gara di corse con i sacchi e di tornei di palla tamburello di quante ne possa contare! Quindi, se mai sentite parlare di uno sport di cui nessuno sa nulla, c'è una buona possibilità che io sia lì a raccontarlo. Perché, in fondo, ogni disciplina ha una sua magia speciale, e io sono qui per condividere quella magia con voi. A presto,

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