Frode fiscale, big condannata: trema il calcio europeo

La big europea viene accusata dalle autorità competenti di aver frodato il fisco: pronto il ricorso alla Corte Suprema

‘Piove sul bagnato’ non è un detto soltanto popolare, ma sta avendo applicazione in seno a un club che – da molti anni a questa parte oramai – soffre di una gestione finanziaria al limite del tollerabile, tanto che molti, soprattutto in passato, hanno tirato fuori lo spauracchio del fallimento.

Frode fiscale, big condannata
Frode fiscale, top club condannato (Pixabay) – Wigglesport.it

E ciò non sarebbe affatto una novità. Difatti in passato molte squadre illustri – a causa dei loro problemi col fisco o semplicemente per aver violato dei codici sportivi – hanno dovuto ricominciare daccapo dopo aver decretato la propria bancarotta.

Ma quanto sta accadendo in Spagna è ancora più grave per un semplice motivo: l’accusa mossa contro il club arriva a poche ore di distanza da un’altra accusa relativa alla violazione delle rigide norme del Fair Play Finanziario e il club rischia di restare fermo nella prossima sessione di calciomercato.

Barcellona, esplode il caos sui catalani

Evasione fiscale: questa la parola con il quale i tifosi del Barcellona stanno facendo i conti da poche ore, da quando il Tribunale amministrativo economico centrale (TEAC) (una sorta di Corte dei Conti spagnola) ha sentenziato che il club catalano ha evaso il fisco per non aver pagato le commissioni degli agenti dei calciatori nelle stagioni sportive che vanno dal 2012 al 2015.

Essendo infatti i pagamenti agli agenti dei redditi di lavoro vere e propri, il Barcellona ha grossomodo violato le norme del fisco spagnolo e ora è tenuto a versare una somma vicina ai 23 milioni di euro.

il top club è nei guai
caos per il top club (Lapresse) Wigglesport

Una notizia non proprio incoraggiante per il club di Joan Laporta, costretto nelle ultime ore anche a fare i conti con la Liga per il discorso relativo al Fair Play Finanziario. Il Barcellona aveva presentato ricorso nel 2020, il TEAC però ha giudicato fallaci le prove presentate dagli avvocati del club. Questi ultimi avevano difeso la società dicendo che gli agenti dei calciatori forniscono un servizio al club e che le loro tasse non dovrebbero essere attribuite come pagamenti ai calciatori. Diverso il punto di vista dello Stato spagnolo: secondo la Corte, gli agenti forniscono un servizio ai calciatori, e non al club.

Questa sentenza non comporta alcun obbligo di pagamento per il club al momento, questa contingenza è adeguatamente fornita nei conti annuali”, ha detto il Barcellona in un comunicato, annunciando anche che presenterà presto ricorso alla Corte Suprema, il massimo organo giudiziario dell’ordinamento spagnolo.

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