
Fondazione lancia class action contro la Fifa per il caso Diarra - ©ANSA Photo
L’azione legale collettiva avviata dalla fondazione olandese Justice for Players contro la FIFA e diverse federazioni calcistiche europee segna un momento cruciale nella lotta per i diritti dei calciatori. Questa iniziativa mira a ottenere un risarcimento per i danni subiti da giocatori ed ex giocatori a causa di alcune norme sui trasferimenti imposte dalla federazione internazionale. Tali normative, già dichiarate illegittime dalla Corte di Giustizia dell’Unione Europea (CGUE) nel noto caso di Lassana Diarra, ex centrocampista del Paris Saint-Germain e della nazionale francese, hanno sollevato interrogativi fondamentali sull’equità e la giustizia nel mondo del calcio.
Il caso Diarra e la sentenza della CGUE
Nel mese di ottobre 2022, la CGUE ha emesso una sentenza favorevole a Diarra, il quale ha denunciato di aver subito danni significativi a causa delle regole FIFA sui trasferimenti. In particolare, l’ex calciatore ha affermato di essere stato costretto a non giocare per un’intera stagione a causa di queste norme, che ha descritto come inique e oppressive. La CGUE ha stabilito che le regole FIFA sui trasferimenti devono essere conformi alle normative europee riguardanti i lavoratori, rappresentando così una vittoria significativa per i diritti dei calciatori professionisti.
L’importanza della class action
L’azione collettiva di Justice for Players potrebbe coinvolgere migliaia di calciatori e calciatrici, con richieste di risarcimento che potrebbero raggiungere cifre considerevoli. Questa iniziativa è sostenuta anche da FIFPro Europe, il sindacato dei calciatori professionisti, che ha definito l’azione legale come una risposta concreta alla sentenza della CGUE. FIFPro ha sottolineato l’importanza di centralizzare la difesa degli interessi dei giocatori coinvolti e ha evidenziato le ampie implicazioni che questa causa può avere per l’industria calcistica nel suo complesso.
Implicazioni per il futuro del calcio
Il caso Diarra ha messo in luce un problema sistemico nel mondo del calcio, dove le normative sui trasferimenti possono avere conseguenze deleterie per i diritti dei calciatori. Le norme FIFA, che regolano i trasferimenti di giocatori da un club all’altro, sono state a lungo criticate per la loro rigidità e per la mancanza di protezione per i calciatori, soprattutto in situazioni di contenzioso. Molti giocatori si sono trovati intrappolati in situazioni in cui non potevano essere ceduti a nuovi club, causando non solo perdite finanziarie, ma anche danni alla loro carriera sportiva.
La necessità di una riforma
La CGUE ha chiarito che i diritti dei calciatori devono essere tutelati e che le regole sui trasferimenti devono essere allineate con i principi generali del diritto del lavoro in Europa. Questo potrebbe portare a una riforma significativa delle normative FIFA e a un cambiamento nella governance del calcio a livello internazionale. FIFPro Europe ha annunciato il suo impegno nel sostenere un equo risarcimento per i giocatori i cui diritti sono stati violati e nel promuovere una riforma delle strutture di governance nel calcio.
In un contesto in cui il calcio continua a crescere come industria globale, è fondamentale garantire che i diritti dei calciatori siano rispettati e protetti. La class action di Justice for Players rappresenta un passo importante in questa direzione, poiché mira a dare voce a migliaia di calciatori che hanno subito ingiustizie a causa di regole obsolete e inique. Questa iniziativa non solo cerca di ottenere un risarcimento per i danni subiti, ma punta anche a riformare un sistema che ha dimostrato di essere inadeguato nel proteggere i diritti dei lavoratori.
La questione dei trasferimenti e delle normative FIFA non è nuova, ma il caso Diarra ha portato alla luce la necessità di un cambiamento. La class action potrebbe diventare un precedente significativo per il futuro del calcio, incoraggiando altri calciatori a far sentire la propria voce e a lottare per i propri diritti. La risposta della FIFA e delle federazioni coinvolte sarà cruciale, poiché il mondo del calcio si trova di fronte a una crescente pressione per rivedere e riformare le proprie normative.
In conclusione, la fondazione Justice for Players ha dimostrato che la lotta per i diritti dei calciatori non è solo una questione individuale, ma un problema collettivo che richiede un’azione concertata. I giocatori di calcio professionisti, come tutti i lavoratori, meritano un trattamento equo e giusto, e la class action rappresenta un passo verso la realizzazione di questo obiettivo. Il mondo del calcio sta cambiando, e le azioni intraprese oggi potrebbero avere ripercussioni significative per le generazioni future di calciatori.