Euro 2032 a Italia e Turchia!

L’Italia torna ad ospitare il campionato europeo dopo 52 anni. Tante incognite ma anche tanto entusiasmo per l’importanza di un evento che mancava da troppo tempo

La UEFA ha deciso: i campionati europei 2032 verranno organizzati da Italia e Turchia. Per la terza volta nella storia, il torneo si terrà nel “Belpaese”. Le altre due edizioni si sono disputate nel 1968, anno in cui peraltro vinsero gli azzurri, e nel 1980, anno in cui trionfò la Germania.

Questa volta sarà diverso, perché si tratterà di un campionato “ibrido” ovvero non organizzato in un’unica nazione ma in due diverse, Italia e Turchia appunto.

Inizialmente, le federazioni dei rispettivi paesi avevano optato per una candidatura separata che vedeva tuttavia la federazione turca in vantaggio su un eventuale assegnazione, soprattutto perché vanta un maggior numero di stadi idonei rispetto all’Italia. Nel 2019 infatti, sempre per il motivo riguardante le infrastrutture, la FIGC aveva già perso la corsa contro la Germania per ospitare Euro 2024, ma da allora sono stati fatti molti passi avanti per soddisfare i requisiti posti dalla UEFA sul tema degli stadi, degli alloggi e soprattutto dei trasporti .

Per questo motivo, lo scorso luglio, Italia e Turchia hanno deciso di presentarsi congiuntamente in modo tale da sfruttare i miglioramenti che il nostro paese ha fatto negli ultimi anni e coniugarli ad una più ampia struttura di stadi adatti all’Europeo, presente in Turchia. Così facendo si riescono a sfruttare i punti di forza di ognuno.

L’Italia ha di fatto già sperimentato qualcosa di simile nel 2020, quando la nostra nazionale è diventata campione d’Europa per la seconda volta, alcune delle partite sono state disputate all’Olimpico di Roma, in occasione della sedicesima edizione della competizione europea che si è disputata in undici paesi diversi.

Questa volta le nazioni sono solo due e di conseguenza il numero di partite che federazione italiana dovrà pianificare sarà maggiore ma d’altra parte sarà maggiore anche il numero degli stadi. Infatti, se nell’ultimo Europeo che ci ha visto vincitori sono state giocate con successo quattro partite in un unico stadio, è ragionevole pensare che coinvolgendo più città non dovrebbero sorgere problemi organizzativi.

Gli stadi

Le città proposte dall’Italia durante la candidatura come possibili ospitanti sono dieci: Roma con l’attuale Stadio Olimpico, Milano con il Meazza, Napoli con il Maradona, Torino con l’Allianz Stadium, Genova con il Marassi, Firenze con il Franchi, Bologna con il Dallara, Bari con il San Nicola, Verona con il Bentegodi e Cagliari con L’Unipol Domus ex Sant’Elia.

Di queste città, quelle che probabilmente ospiteranno l’Europeo, ora che verrà diviso in due paesi, saranno soltanto cinque: Roma, Milano, Napoli, Torino e Firenze. Va sottolineato che tra questi stadi, quelli di Napoli e Firenze avrebbero bisogno di opere di ristrutturazione in quanto non ancora considerati idonei.

La Turchia ha invece presentato dieci stadi presenti in otto città diverse. Tre dei dieci stadi proposti sono a Istambul, gli altri sono ad Ankara, Trabzon, Konya, Antalya, Eskisehir Bursa e Gaziantep.

Come nel caso dell’Italia, le città verranno sicuramente ridotte a cinque.

Il 2026 è la data di scadenza entro la quale i progetti dovranno essere approvati, con la possibilità concreta che possa essere aggiunto uno stadio per parte: sei e sei. Questo per cercare di coinvolgere un numero di territori ancora maggiore, un’idea che seppur ancora tale sembra trovare tutti d’accordo.

La decisione del comitato UEFA, che ha altresì assegnato l’organizzazione per Euro 2028 a Inghilterra, Scozia, Galles, Irlanda del Nord e Irlanda, rappresenta quindi una novità importante per l’Italia, la quale, sebbene non sia l’esclusiva protagonista, ritorna a essere teatro di sfide tanto mancate al nostro paese. Nelle ultime decadi, infatti, le manifestazioni sportive di quest’importanza sono state pochissime e spesso si è rinunciato a possibili candidature per difficoltà di gestione del territorio e mancanza di fondi. Potrebbe essere dunque un punto di svolta che senza dubbio lascia mille incognite e già ci fa riflettere sull’arretratezza delle infrastrutture nazionali. Allo stesso tempo, dopo anni d’attesa regala anche l’entusiasmo che solo un evento di questa portata può dare, lasciando ancora un sogno nel cassetto: aggiudicarsi la finale a Roma.

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