Ernesto Pellegrini: un'icona dell'Inter ci lascia, ma il suo legato rimane eterno - ©ANSA Photo
È con profondo dispiacere che il mondo del calcio e, in particolare, i tifosi dell’Inter, hanno appreso della scomparsa di Ernesto Pellegrini. La notizia è giunta nel giorno in cui la squadra nerazzurra affronta la finale di Champions League, un evento che Pellegrini ha contribuito a rendere memorabile con i suoi successi. È stato il diciassettesimo presidente del club, noto per aver riportato l’Inter alla ribalta europea con la conquista della Coppa UEFA nel 1991, dopo un’attesa di 26 anni. Aldo Serena, uno dei calciatori che ha avuto il privilegio di giocare sotto la sua presidenza, ha commentato: “Proprio il giorno di un evento speciale della tua Inter, Ernesto, te ne sei voluto andare”.
Nato a Milano nel dicembre del 1940, da una famiglia di coltivatori, Pellegrini ha trascorso la sua giovinezza a vendere rosmarino al mercato. Dopo aver conseguito il diploma in ragioneria, ha iniziato la sua carriera lavorativa negli uffici della Bianchi, un’azienda produttrice di biciclette. Tuttavia, la sua vera vocazione si è manifestata quando, a soli 25 anni, ha fondato la sua prima azienda, l’Organizzazione Mense Pellegrini. Da quel momento, il suo impegno imprenditoriale è cresciuto esponenzialmente:
Il 1984 segna una svolta fondamentale nella vita di Pellegrini: acquista l’Inter da Ivanoe Fraizzoli per meno di sei miliardi di lire, realizzando un sogno che aveva coltivato fin dall’infanzia. Durante i suoi undici anni di presidenza, Pellegrini si è impegnato a costruire una squadra competitiva, puntando su grandi nomi del calcio internazionale. Ha portato all’Inter giocatori del calibro di:
Sotto la sua guida, l’Inter ha raggiunto traguardi storici. Nel 1989, il club ha conquistato il campionato di Serie A con un record di 58 punti, ben 11 punti di vantaggio sulla seconda classificata. Questo scudetto è stato un simbolo di una nuova era per l’Inter, che si è affermata anche a livello europeo con la vittoria della Coppa UEFA nel 1991 e il bis nel 1994.
Nel 1995, Pellegrini cedette il controllo del club a Massimo Moratti, ma la sua passione per l’Inter non si spense mai. Anche dopo aver lasciato la presidenza, continuò a seguire con affetto le sorti della squadra, esprimendo nostalgia per un calcio che definiva “più romantico”. La notizia della sua scomparsa ha suscitato un’ondata di cordoglio non solo tra i tifosi interisti, ma anche tra i personaggi pubblici e le istituzioni. La società nerazzurra ha reso omaggio a Pellegrini, affermando che “per undici anni ha guidato l’Inter con saggezza, onore e determinazione”.
Ernesto Pellegrini lascia un’eredità che va oltre i trofei vinti. La sua visione imprenditoriale e il suo impegno sociale hanno influenzato non solo il calcio, ma anche la vita di molte persone. I suoi funerali si svolgeranno il 4 giugno alle 14:45 nella basilica di Sant’Ambrogio, un luogo simbolico per la città e per i suoi tifosi. La sua memoria vivrà nel cuore di tutti coloro che hanno avuto il privilegio di conoscerlo e di condividere con lui la passione per l’Inter.
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