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Elezioni Cip: De Sanctis promette collaborazione attiva con il Coni

Marco Giunio De Sanctis, attuale presidente della Federbocce e candidato unico alla presidenza del Comitato Italiano Paralimpico (Cip), si prepara a guidare il movimento paralimpico italiano verso una nuova era. La sua candidatura non rappresenta solo un ritorno alle origini, ma anche un’opportunità per rinnovare e sviluppare ulteriormente il lavoro svolto negli ultimi decenni.

De Sanctis ha affermato: “Per me è un ritorno di fiamma. Sono nato lavorativamente in quel mondo, quando si chiamava ancora FISH (Federazione Italiana Sport Handicappati). È un vanto per me aver contribuito alla sua crescita con tre diversi presidenti: Marson per sette anni, Vernole per otto e Pancalli per diciassette”. Questa dichiarazione evidenzia il profondo legame di De Sanctis con il movimento e il riconoscimento della sua esperienza nella gestione delle federazioni sportive.

continuità e innovazione per il cip

La candidatura di De Sanctis è motivata dall’entusiasmo collettivo all’interno del gruppo dirigente, che ha sempre riconosciuto in lui competenze e passione per il settore. “Ho ritenuto di essere la persona giusta per guidare la macchina pubblica Cip dopo i 25 anni di presidenza di Luca Pancalli, ora candidato alla presidenza del Coni”, ha aggiunto. Questo passaggio di testimone rappresenta un momento cruciale per il Cip, che si trova di fronte a sfide significative.

De Sanctis ha sottolineato che il futuro del Cip deve essere caratterizzato da continuità e innovazione. Non intende disconoscere i grandi traguardi raggiunti sotto la presidenza di Pancalli, ma crede sia fondamentale sviluppare ulteriormente quanto è stato realizzato fino ad ora. “Bisogna mettere a frutto quello che è il potenziale enorme del comitato”, ha affermato, evidenziando come il Cip, sul territorio, sia stato spesso limitato nella sua azione.

potenziare il lavoro territoriale

Una delle sue principali preoccupazioni riguarda la necessità di potenziare il lavoro a livello territoriale. De Sanctis ha dichiarato: “Il lavoro del territorio è di straordinario impatto per il movimento. La crescita dei tesserati e degli affiliati nasce dalle iniziative territoriali; pertanto, è fondamentale liberare le energie periferiche”. Ha anche evidenziato la carenza di personale qualificato nel campo della disabilità sportiva, indicando che è indispensabile identificare e formare figure professionali in grado di operare efficacemente, anche attraverso una minima retribuzione.

impegno per l’impiantistica sportiva

Un aspetto cruciale del programma di De Sanctis riguarda la questione dell’impiantistica sportiva. Ha sottolineato che molti impianti esistenti sono inaccessibili ai disabili motori e sensoriali, chiedendo un intervento legislativo mirato per migliorare questa situazione. “Occorre potenziare l’impiantistica con almeno tre poli, al Nord, al Centro e al Sud”, ha proposto, facendo riferimento anche alla necessità di risolvere la questione del centro Tre Fontane a Roma, che ha incontrato difficoltà nel decollare.

De Sanctis ha avvertito che è fondamentale ridurre il gap tra costi e ricavi di queste strutture affinché possano essere realmente utili e accessibili a tutti.

Parlando del rapporto tra il Cip e il Coni, De Sanctis ha condiviso l’idea di una possibile fusione tra i due enti, un concetto già discusso con Pancalli. Tuttavia, ha riconosciuto che unire i due comitati non è compito facile: “Occorre trovare tutte le condizioni culturali e tecniche, l’accordo del governo e di tutte le componenti sportive in gioco”. Pur non ritenendo che questa sia una questione da affrontare nell’immediato futuro, ha insistito sul fatto che Cip e Coni devono “andare di pari passo”.

Il compito di De Sanctis, se eletto, non sarà solo quello di continuare il lavoro avviato da Pancalli, ma anche di affrontare nuove sfide e opportunità per il movimento paralimpico. Con la sua esperienza e la sua visione strategica, il Cip potrebbe intraprendere un percorso di crescita e sviluppo che non solo rafforzi il movimento, ma contribuisca anche a una maggiore inclusione e accessibilità nello sport per tutti.

Luca Baldini

Ciao a tutti, mi chiamo Luca Baldini e sono redattore sportivo di Wigglesport! Scommetto che non vi sareste mai aspettati di incontrare un tizio così appassionato di sport "minori". Ebbene sì, mentre tutti gli altri seguono i grandi nomi del calcio e del basket, io mi tuffo a capofitto nel mondo affascinante delle discipline meno conosciute! La mia curiosità per gli sport alternativi è nata quasi per caso. Cresciuto tra le Alpi piemontesi, tra una discesa sugli sci e una partita a curling con gli amici, ho sviluppato un amore viscerale per tutte quelle attività che non sempre fanno i titoli dei giornali. Dai Campionati Mondiali di Badminton ai Tornei Internazionali di Bocce, ho sempre avuto un debole per tutto ciò che è insolito e sorprendente. Dopo aver terminato gli studi in Comunicazione e Giornalismo a Torino, ho realizzato il mio sogno di diventare redattore sportivo, portando con me questa passione fuori dal comune. All'inizio la mia famiglia e i miei amici mi prendevano bonariamente in giro ("Luca, chi vuoi che legga di un torneo di cricket islandese?"), ma con il tempo hanno imparato ad apprezzare la bellezza degli sport minori e il mio modo di raccontarli. Ho avuto la fortuna di viaggiare in tutto il mondo per seguire competizioni di ogni genere, descrivendo con passione le performance di atleti incredibili che gareggiano lontano dai riflettori della ribalta mediatica. La mia scrivania? Un arcobaleno di locandine di eventi da ogni angolo del globo! Se c'è una cosa che amo del mio lavoro, è la capacità di portare alla luce storie emozionanti e spesso trascurate. Raccontare le gesta di un arciere paralimpico o la preparazione di una squadra di rugby su sedia a rotelle mi riempie di orgoglio e mi spinge a essere sempre più curioso. Quando non sono impegnato a scrivere o a seguire competizioni improbabili, mi piace partecipare personalmente ad alcuni di questi sport. E sì, ho collezionato più magliette da gara di corse con i sacchi e di tornei di palla tamburello di quante ne possa contare! Quindi, se mai sentite parlare di uno sport di cui nessuno sa nulla, c'è una buona possibilità che io sia lì a raccontarlo. Perché, in fondo, ogni disciplina ha una sua magia speciale, e io sono qui per condividere quella magia con voi. A presto,

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