De Siervo avverte: una Serie A a 18 squadre minaccia il 20% degli eventi sportivi

De Siervo avverte: una Serie A a 18 squadre minaccia il 20% degli eventi sportivi

De Siervo avverte: una Serie A a 18 squadre minaccia il 20% degli eventi sportivi - ©ANSA Photo

Luca Baldini

8 Ottobre 2025

Negli ultimi anni, il dibattito sulla struttura della Serie A ha suscitato interrogativi riguardo alla possibilità di ridurre il numero delle squadre partecipanti da 20 a 18. Questa proposta ha generato reazioni contrastanti, ma le parole di Luigi De Siervo, amministratore delegato della Lega Serie A, durante l’assemblea di lega tenutasi allo stadio Olimpico di Roma, sembrano aver messo un punto fermo su questo tema. De Siervo ha sottolineato l’importanza di mantenere il format attuale, evidenziando come una riduzione delle squadre comporterebbe una significativa perdita di eventi sportivi e di rappresentatività.

impatto economico e sociale della riduzione delle squadre

Secondo De Siervo, la diminuzione a 18 squadre comporterebbe una riduzione del 20% degli eventi sportivi. Questo aspetto è cruciale non solo per il numero di partite giocate, ma anche per l’impatto economico e sociale che il calcio ha in Italia. Ogni partita di Serie A non è solo un evento sportivo, ma un momento di aggregazione per le comunità, un’opportunità di business per le città ospitanti e una fonte di introiti per i club.

  1. Eventi sportivi: Riduzione del 20% delle partite.
  2. Opportunità di business: Maggiore afflusso di turisti e investimenti.
  3. Aggregazione sociale: Ogni partita crea legami tra le persone.

rappresentatività delle città e tradizione calcistica

L’amministratore delegato ha anche messo in risalto la questione della rappresentatività. La Serie A non è composta solo da squadre, ma rappresenta anche le diverse città e i territori italiani. Riducendo il numero delle squadre, si rischierebbe di escludere grandi città con una lunga tradizione calcistica, privando il campionato della sua ricchezza culturale e storica. Ad esempio, squadre come il Genoa, il Bologna e il Torino hanno contribuito a scrivere la storia del calcio italiano, e la loro presenza nella massima serie è fondamentale per mantenere vivo il legame tra il calcio e le città che rappresentano.

competitività e futuro della serie a

Inoltre, De Siervo ha richiamato l’attenzione sui risultati ottenuti dalle squadre italiane nelle competizioni europee negli ultimi anni. Club come l’Inter, che ha vinto la Champions League nel 2010 e ha raggiunto la finale nel 2023, e il Milan, con i suoi successi storici, hanno dimostrato che il calcio italiano può competere ai massimi livelli. Tuttavia, De Siervo avverte che non è garantito che questo trend continui: “Non è detto che questo succeda sempre. Pensate se tutta l’aspettativa dei nostri tifosi fosse riposta solo sulle coppe europee, dove per anni non abbiamo ottenuto i risultati meritati e sperati”. Questo è un richiamo alla realtà, in un momento in cui le squadre italiane devono affrontare una concorrenza sempre più agguerrita da parte delle squadre di Premier League e della Liga spagnola.

La Serie A, quindi, non è solo un campionato, ma un ecosistema che coinvolge tifosi, sponsor, media e comunità locali. Ogni partita rappresenta una possibilità di raccontare storie, vivere emozioni e creare legami tra le persone. Ridurre il numero delle squadre significherebbe anche ridurre le opportunità per i giovani calciatori di emergere e per le piccole realtà di avere una chance in un campionato così prestigioso.

In sintesi, la posizione di De Siervo riflette una preoccupazione condivisa da molti all’interno del mondo del calcio italiano: mantenere viva la tradizione e la competitività del campionato, garantendo che le squadre rappresentino il meglio del calcio italiano e che ogni città abbia la possibilità di brillare sul palcoscenico nazionale e internazionale. La Serie A deve continuare a evolversi, ma senza compromettere le sue radici e la sua storia.

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