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D’Ambrosi: la scelta giusta per il pugilato a Los Angeles

Oggi segna un momento cruciale nella storia del pugilato e dello sport olimpico. Il Comitato Olimpico Internazionale (CIO) ha ufficialmente confermato che il pugilato sarà parte del programma delle Olimpiadi di Los Angeles 2028. Questa notizia è stata accolta con entusiasmo da federazioni e professionisti del settore, che vedono in essa un riconoscimento della tradizione e del valore di uno sport con radici profonde nella cultura sportiva mondiale.

L’importanza della decisione per la boxe

Boris van der Vorst, presidente di ‘World Boxing’, ha commentato la decisione con grande emozione: “Oggi è una grande giornata per i pugili, per la boxe e per tutti coloro che sono legati al nostro sport, ad ogni livello in tutto il mondo”. Van der Vorst ha sottolineato l’importanza del lavoro di squadra che ha reso possibile questo traguardo, evidenziando la collaborazione tra federazioni nazionali, atleti, tecnici e dirigenti. Senza questo impegno collettivo, l’inserimento del pugilato nel programma olimpico sarebbe stato impossibile.

Flavio D’Ambrosi, presidente della Federazione Pugilistica Italiana (FPI), ha espresso la sua gioia riguardo a questa decisione. “Ce l’abbiamo fatta, è ufficiale: il pugilato è tornato nel posto dove meritava”, ha affermato D’Ambrosi. Le sue parole rispecchiano la soddisfazione di un’intera comunità sportiva che ha lottato per il riconoscimento del pugilato come disciplina olimpica. “Dedico questa vittoria a tutto il nostro movimento e anche un po’ a me stesso”, ha aggiunto, evidenziando l’importanza di questo risultato per il pugilato italiano e internazionale.

Un futuro luminoso per il pugilato

La tradizione millenaria del pugilato è stata messa in discussione dalla sua esclusione dalle Olimpiadi nel 2021, sollevando preoccupazioni tra appassionati e atleti. La decisione del CIO di reinserirlo nel programma olimpico rappresenta un riconoscimento della sua importanza storica e culturale, offrendo una nuova opportunità per gli atleti di competere ai massimi livelli. Questo cambiamento è visto come un passo fondamentale per il futuro del pugilato, specialmente per le nuove generazioni di pugili.

Giovanni De Carolis, direttore tecnico delle nazionali italiane, ha condiviso la gioia per questa ufficializzazione: “Abbiamo appreso con immensa gioia questa decisione e ora siamo fortemente motivati a guardare al futuro”. Le parole di De Carolis riflettono la determinazione della squadra italiana di prepararsi al meglio per il grande evento. La World Boxing Cup, in programma in Brasile dal 29 marzo al 6 aprile, rappresenterà un’importante occasione per testare la preparazione degli atleti e affinare le strategie in vista delle Olimpiadi.

Preparazione e opportunità

La preparazione per questo prestigioso evento olimpico è cruciale. “Ci siamo preparati bene, lavorando al meglio e non vediamo l’ora di dimostrare il nostro valore”, ha affermato De Carolis. La squadra italiana partirà per il Brasile sabato, con l’intento di arrivare in anticipo per un training camp di preparazione. Questo approccio dimostra la serietà con cui l’Italia si sta preparando per la competizione, mirando a ottenere risultati di prestigio e a mettere in mostra il talento dei pugili italiani.

Inoltre, la decisione del CIO di reinserire il pugilato nel programma olimpico potrebbe contribuire a una maggiore visibilità e attenzione nei confronti di questo sport, che ha visto un crescente interesse a livello globale. Con la crescente popolarità dei combattimenti professionistici e delle piattaforme di streaming, il pugilato sta vivendo un rinascimento che potrebbe attrarre nuovi talenti e sponsor.

La notizia dell’inclusione del pugilato a Los Angeles 2028 ha già iniziato a generare entusiasmo tra i giovani atleti, molti dei quali vedono nelle Olimpiadi un sogno da realizzare. Le scuole di boxe e le accademie di pugilato stanno registrando un aumento delle iscrizioni, con molti giovani che desiderano intraprendere la carriera di pugili professionisti.

In un momento in cui il mondo dello sport affronta sfide senza precedenti a causa della pandemia, la decisione del CIO offre una boccata d’aria fresca e una speranza per il futuro. La comunità pugilistica è ora chiamata a unirsi ancora di più, lavorando insieme per garantire che il pugilato continui a prosperare e a brillare sotto i riflettori delle Olimpiadi.

Luca Baldini

Ciao a tutti, mi chiamo Luca Baldini e sono redattore sportivo di Wigglesport! Scommetto che non vi sareste mai aspettati di incontrare un tizio così appassionato di sport "minori". Ebbene sì, mentre tutti gli altri seguono i grandi nomi del calcio e del basket, io mi tuffo a capofitto nel mondo affascinante delle discipline meno conosciute! La mia curiosità per gli sport alternativi è nata quasi per caso. Cresciuto tra le Alpi piemontesi, tra una discesa sugli sci e una partita a curling con gli amici, ho sviluppato un amore viscerale per tutte quelle attività che non sempre fanno i titoli dei giornali. Dai Campionati Mondiali di Badminton ai Tornei Internazionali di Bocce, ho sempre avuto un debole per tutto ciò che è insolito e sorprendente. Dopo aver terminato gli studi in Comunicazione e Giornalismo a Torino, ho realizzato il mio sogno di diventare redattore sportivo, portando con me questa passione fuori dal comune. All'inizio la mia famiglia e i miei amici mi prendevano bonariamente in giro ("Luca, chi vuoi che legga di un torneo di cricket islandese?"), ma con il tempo hanno imparato ad apprezzare la bellezza degli sport minori e il mio modo di raccontarli. Ho avuto la fortuna di viaggiare in tutto il mondo per seguire competizioni di ogni genere, descrivendo con passione le performance di atleti incredibili che gareggiano lontano dai riflettori della ribalta mediatica. La mia scrivania? Un arcobaleno di locandine di eventi da ogni angolo del globo! Se c'è una cosa che amo del mio lavoro, è la capacità di portare alla luce storie emozionanti e spesso trascurate. Raccontare le gesta di un arciere paralimpico o la preparazione di una squadra di rugby su sedia a rotelle mi riempie di orgoglio e mi spinge a essere sempre più curioso. Quando non sono impegnato a scrivere o a seguire competizioni improbabili, mi piace partecipare personalmente ad alcuni di questi sport. E sì, ho collezionato più magliette da gara di corse con i sacchi e di tornei di palla tamburello di quante ne possa contare! Quindi, se mai sentite parlare di uno sport di cui nessuno sa nulla, c'è una buona possibilità che io sia lì a raccontarlo. Perché, in fondo, ogni disciplina ha una sua magia speciale, e io sono qui per condividere quella magia con voi. A presto,

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