
Da sogni in oratorio a successi nel grande calcio: la straordinaria vita di Albertini - ©ANSA Photo
Villa Raverio, una piccola frazione di Besana in Brianza con circa 1.200 abitanti, è un luogo inaspettato per l’emergere di un grande campione del calcio mondiale. La storia di Demetrio Albertini è un esempio lampante di come i sogni possano diventare realtà, anche partendo dalle più umili origini. Il suo percorso nel mondo del calcio è iniziato proprio su un campo di calcio a 7 dell’oratorio, dove ha mosso i suoi primi passi con un pallone tra i piedi, senza alcuna idea di quanto lontano sarebbe arrivato.
Il percorso di Demetrio Albertini nel calcio
Albertini è diventato il “metronomo” del centrocampo del grande Milan di Arrigo Sacchi e Fabio Capello, una squadra che ha fatto la storia del calcio negli anni ’90. Il suo contributo non si è limitato al club di Milano; ha anche vestito con onore la maglia della Nazionale italiana, con cui ha collezionato 79 presenze. Il suo debutto in azzurro è avvenuto quando aveva solo 20 anni, in una partita contro Cipro a Foggia nel dicembre del 1991. Dopo undici anni di carriera internazionale, ha chiuso il suo ciclo con la Nazionale in un’amichevole a Leeds contro l’Inghilterra.
Il viaggio di Albertini nel calcio professionistico è iniziato a soli 10 anni. Suo padre, il suo primo allenatore, lo portò a Seregno per un provino. La fortuna ha voluto che fosse subito buttato in campo in una partita, nel ruolo di mezzala. Le sue doti non passarono inosservate:
- Giocò bene.
- Segnò un gol.
- Firmò il suo primo contratto con il Milan.
Ricorda con affetto quei primi anni di allenamento, quando, dopo la scuola, si trovava a prendere autobus e treni per raggiungere il centro sportivo. A 14 anni, la situazione cambiò ulteriormente: iniziò a recarsi a Milano da solo, e a 17 anni, con la chiamata di Sacchi, si trasferì in collegio per giocare con la Primavera. Ma il destino aveva in serbo per lui qualcosa di ancora più grande: Sacchi lo aggregò alla prima squadra.
Un legame speciale con Arrigo Sacchi
Il legame tra Albertini e Arrigo Sacchi è rimasto forte nel corso degli anni, anche dopo il ritiro dal calcio giocato. Sacchi ha avuto un ruolo cruciale nella carriera di Albertini, così come Fabio Capello, che lo schierò titolare a soli 20 anni in una delle squadre più forti del mondo. Questo è stato un enorme trampolino di lancio per il giovane calciatore, che si ritrovò a giocare al fianco di leggende come Paolo Maldini, Franco Baresi e Marco van Basten.
La carriera in Nazionale di Albertini è stata caratterizzata da momenti di grande gioia e di profonda delusione. Ha seguito tutta la trafila dalle giovanili, dall’Under 15 fino alla maggiore. Due delle sue esperienze più significative sono state:
- La finale mondiale di USA ’94, in cui l’Italia perse ai rigori contro il Brasile.
- La finale di Euro 2000, in cui l’Italia fu sconfitta dal golden gol di David Trezeguet.
Nonostante queste delusioni, Albertini guarda sempre al lato positivo. “Essere arrivati in finale è un motivo d’orgoglio”, dice con la saggezza di chi ha vissuto entrambe le esperienze.
La vita dopo il calcio
Un’altra tappa cruciale nella vita di Albertini è stata il suo ruolo come dirigente. Dopo il ritiro, ha continuato a essere presente nel mondo del calcio, svolgendo funzioni dirigenziali che lo hanno portato a essere parte integrante della Federazione Italiana Gioco Calcio. Era presente al trionfo azzurro al Mondiale del 2006, un evento che ha segnato una nuova era per il calcio italiano.
Recentemente, la sua vita e carriera sono state raccontate in una monografia intitolata “Una vita per il pallone”, pubblicata da ‘Vivo Azzurro TV’. Questo libro offre uno sguardo approfondito sulla carriera di Albertini, dalle sue origini modeste fino ai trionfi con il Milan e la Nazionale. La sua è una storia di perseveranza, talento e dedizione, un esempio da seguire per molti giovani calciatori che sognano di raggiungere il successo.
Oggi, Demetrio Albertini è una figura rispettata non solo per i suoi successi sul campo, ma anche per il suo impegno fuori dal terreno di gioco. Ha spesso parlato dell’importanza di educare i giovani non solo nel calcio, ma anche nella vita, sottolineando valori come il rispetto, il lavoro di squadra e la determinazione. La sua storia è un chiaro messaggio: non importa da dove si parte, con impegno e passione si possono raggiungere traguardi incredibili.