Michele Criscitiello, noto giornalista e proprietario del canale televisivo Sportitalia, è stato recentemente prosciolto dalle accuse di comportamento discriminatorio nei confronti di un arbitro durante la partita tra Folgore Caratese e Club Milano, disputata il primo dicembre 2024. Questa decisione, confermata dall’avvocato Cesare Di Cintio, dello studio legale DCF Sport Legal, segna un momento cruciale nella lotta contro il razzismo nello sport, un tema di crescente rilevanza nel panorama calcistico italiano e internazionale.
le accuse e le conseguenze
Le accuse nei confronti di Criscitiello erano particolarmente gravi. Si sosteneva che avesse rivolto frasi a sfondo razzista all’arbitro dell’incontro e tentato di compiere un gesto di intolleranza, descritto come uno “sgambetto”. Se confermate, tali affermazioni avrebbero potuto portare a sanzioni severe. A seguito di queste contestazioni, Criscitiello era stato inibito fino al 28 febbraio 2026 e gli era stato imposto un divieto di accesso agli impianti sportivi in cui si svolgono manifestazioni o gare calcistiche, comprese quelle amichevoli, in ambito FIGC (Federazione Italiana Giuoco Calcio). Questo provvedimento riflette l’impegno delle autorità sportive nel combattere ogni forma di discriminazione e intolleranza.
il processo e l’assoluzione
Il procedimento che ha portato all’assoluzione di Criscitiello è stato lungo e complesso, caratterizzato da un articolato iter processuale. Il Collegio di Garanzia dello Sport, massimo organo di giustizia sportiva in Italia, ha esaminato attentamente tutte le prove e le testimonianze presentate. Dopo un’attenta valutazione, il Collegio ha deciso di prosciogliere il giornalista da ogni addebito, riconoscendo che non vi erano sufficienti evidenze per sostenere le accuse mosse contro di lui. Questo ha portato all’annullamento di tutte le sanzioni precedentemente inflitte a Criscitiello, chiudendo una vicenda che aveva sollevato notevoli polemiche.
le reazioni e il dibattito
L’assoluzione di Criscitiello ha suscitato reazioni contrastanti. Alcuni hanno accolto con favore la decisione, ritenendo giusto non punire qualcuno senza prove concrete. Altri, invece, si sono detti preoccupati per il messaggio che può derivarne, temendo che episodi di razzismo possano essere minimizzati. Questo dibattito è cruciale, poiché la lotta contro il razzismo deve continuare, anche quando le accuse non possono essere provate oltre ogni ragionevole dubbio.
In un contesto in cui il calcio è spesso visto come un riflesso della società, la questione del razzismo e della discriminazione non può essere ignorata. Le istituzioni sportive, i club e i tifosi devono continuare a lavorare insieme per promuovere valori di rispetto e inclusione. La crescente attenzione su questi temi è fondamentale affinché il calcio possa davvero essere “lo sport più bello del mondo” per tutti.
In sintesi, l’assoluzione di Michele Criscitiello rappresenta un’opportunità per riflettere su come affrontare le accuse di razzismo e discriminazione nel mondo dello sport. Con il continuo impegno delle autorità sportive, è possibile garantire che il calcio rimanga un ambiente accogliente per tutti, indipendentemente dalla razza, dal colore della pelle o dall’origine etnica.
