Conte legge la Serie A: “Equilibrata, senza padroni e con tante squadre da tenere d’occhio”

Conte analizza serie A.

Nell'immagine, Antonio Conte. - @ANSA

Luca Antonelli

27 Agosto 2025

L’ex tecnico di Inter, Juve e Chelsea ha analizzato il momento del calcio italiano: per lui non c’è una favorita netta, e saranno i dettagli a fare la differenza da qui a maggio.

Antonio Conte ha rotto il silenzio parlando della nuova Serie A 2025/2026, definita “un campionato senza padrone”. Le sue parole arrivano in un momento in cui i primi risultati stanno tracciando un quadro ancora incerto, con le big che vincono senza convincere e le outsider che, già alla seconda giornata, iniziano a mettere in difficoltà gli equilibri più fragili. L’allenatore salentino, attualmente senza panchina ma sempre al centro dell’attenzione, ha scelto toni misurati per analizzare l’andamento generale, riconoscendo un livellamento verso l’alto. Niente pronostici secchi, ma osservazioni tecniche che mostrano come il margine tra le prime e le inseguitrici si sia assottigliato.

L’equilibrio della Serie A secondo Conte: nessuno comanda, tutti possono colpire

Secondo Conte, il campionato italiano ha perso l’idea di dominio assoluto. Nessuna squadra parte con una superiorità evidente. Inter e Juventus restano costruite per vincere, ma il livello medio si è alzato anche in squadre come Napoli, Roma e Atalanta. Il tecnico ha parlato di “valori vicini”, di rose ben strutturate, ma anche di rischi connessi alla gestione del calendario, degli infortuni e delle competizioni europee.

Conte analizza serie A.
Nell’immagine, Il Napoli festeggia lo scudetto 2024-2025. – @ANSA

L’aspetto mentale resta per lui decisivo. “La costanza mentale fa la differenza quando i punti iniziano a pesare”, ha dichiarato, aggiungendo che saranno i mesi invernali a fare da spartiacque. Conte non ha escluso che possano esserci sorprese, soprattutto se le squadre meno accreditate sapranno approfittare della pressione che grava sulle cosiddette big. Le parole chiave, per il mister leccese, sono “organizzazione”, “resistenza” e “lettura dei momenti”.

Ha parlato anche di singoli. Non ha fatto nomi, ma ha fatto capire che vede un campionato dove la crescita dei giovani italiani potrà essere decisiva. “Ci sono profili interessanti – ha detto – ma serve tempo e lavoro”. La sensazione è che, pur restando lontano da un ritorno in panchina immediato, Conte continui a osservare con attenzione, pronto a cogliere il momento giusto.

Strategie, preparazione e pressione: cosa farà davvero la differenza da ottobre in poi

Il discorso dell’ex ct azzurro si è poi spostato sugli aspetti meno visibili, quelli che secondo lui fanno la differenza quando le gambe iniziano a pesare. Conte ha sottolineato che la preparazione fisica non è più un vantaggio solo delle grandi squadre: anche realtà minori hanno ormai staff atletici di livello internazionale. Questo permette a club con meno storia e budget ridotti di affrontare le prime della classe senza dover rinunciare al proprio gioco.

Ha parlato anche di gestione psicologica, altro elemento chiave. A suo avviso, molte squadre perdono lucidità quando la classifica si muove lentamente. E ha ricordato quanto sia importante, in Italia, saper gestire l’ambiente: stampa, tifosi, social. Non sempre chi ha la rosa più forte riesce a portare a casa il risultato, se la tensione esplode fuori dallo spogliatoio.

La Serie A, per Conte, resta un campionato tattico, ma più aperto rispetto al passato. I moduli contano, ma conta di più come vengono interpretati. Ha fatto riferimento ai movimenti senza palla, all’attenzione sui calci piazzati, al ruolo delle mezzali e degli esterni, sempre più decisivi. Secondo lui, chi riuscirà a mantenere alta l’intensità tra novembre e febbraio, si giocherà lo scudetto fino in fondo.

Il mister non ha fatto anticipazioni sul suo futuro. Nessuna panchina all’orizzonte, almeno ufficialmente. Ma ha lasciato aperta la porta. “Vediamo, ora sto osservando”. Parole che sanno di attesa, forse anche di strategie. Ma intanto la Serie A va avanti, con le sue incertezze e le sue potenziali sorprese. E Conte resta a guardare, ma con lo sguardo di chi conosce ogni dettaglio di questo gioco.

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