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Conte: la sorpresa McTominay e il merito di Manna

Antonio Conte, l’allenatore leccese noto per il suo approccio metodico e la sua dedizione al calcio, ha recentemente rilasciato un’intervista a “Federico Buffa Talks” su Sky Sport. In questa occasione, ha condiviso riflessioni approfondite sul suo anno di pausa e le sue esperienze nel mondo del calcio. Durante l’intervista, Conte ha esaminato il suo percorso dopo l’addio al Tottenham, sottolineando quanto quel periodo di inattività si sia rivelato cruciale per la sua crescita professionale.

“È stato fondamentale per me, quell’anno fermo. Sono rimasto a casa e ho studiato veramente tanto”, ha affermato Conte. La sua scelta di prendersi una pausa non è stata casuale; ha voluto distaccarsi dalle pressioni quotidiane di un club per riflettere e apprendere. “Quando sei concentrato sulla tua squadra, non vai a vedere situazioni interessanti che possono esserci in giro, sia in Italia che in Premier o in Europa. Così ho sfruttato la sosta forzata per studiare tanto col mio subbuteo, che è sempre presente nella mia vita. Rivedo molte situazioni lì; per me è di grande aiuto vedere e registrare tantissime partite”, ha aggiunto.

la mentalità di un allenatore in evoluzione

In un calcio in continua evoluzione, la capacità di adattarsi e apprendere è fondamentale. Conte ha dimostrato di avere la mentalità giusta per affrontare le sfide future. Tuttavia, non ha potuto evitare di toccare il tema delle voci riguardanti un suo possibile ritorno sulla panchina della Juventus. “Non ho mai avuto contatti con la Juventus durante la fine del campionato. Non ho parlato con nessuno, non solo con la Juve, ma nemmeno con altri club”, ha chiarito il tecnico.

Un punto interessante sollevato da Conte riguarda i suoi “doveri morali” nei confronti del Napoli, club con cui ha firmato un contratto. “Dovevo parlare prima con De Laurentiis. Nessuno mi ha puntato la pistola quando ho firmato col Napoli. È una questione seria. A chiunque ha provato ad avvicinarsi ho detto che non avrei parlato con nessuno fino a quando non avrei parlato con lui”, ha rivelato. Questo atteggiamento dimostra la lealtà di Conte e il suo rispetto per le istituzioni calcistiche, un valore spesso sottovalutato nel mondo del calcio moderno.

l’impatto delle voci di mercato

Le voci di mercato e le speculazioni possono avere un impatto significativo sulla concentrazione dei giocatori. Conte ha affermato: “Ci stavamo giocando lo scudetto e non è bello che i giocatori leggano che l’anno dopo vado via. Non è stato bello. A me non sarebbe piaciuto da calciatore”. Ha evidenziato come l’attenzione mediatica possa influenzare negativamente il morale di una squadra in lotta per obiettivi importanti. “Ecco perché dico che spesso vengono fatte cose gratuite che fanno comode ai media”, ha aggiunto, lanciando una critica aperta alla gestione delle notizie nel mondo del calcio.

il legame con la juventus e l’arrivo di mcTominay

Nonostante le speculazioni, Conte ha affermato che il suo rapporto con la Juventus non si è incrinato. “Solo gli stupidi possono andare dietro a queste cose. Per me la Juventus è, era e sarà sempre la Juventus”, ha dichiarato con fermezza. Il suo attaccamento alla squadra torinese è profondo, e le sue parole riflettono il rispetto e l’affetto che nutre per il club che lo ha visto crescere sia come calciatore che come allenatore.

Inoltre, Conte ha accennato all’arrivo di Scott McTominay, un giocatore che non si aspettava di vedere nella sua squadra. “Non pensavo che McTominay arrivasse, Manna è stato bravo”, ha affermato, riconoscendo il lavoro svolto dal direttore sportivo in fase di mercato. La presenza di McTominay, centrocampista di grande qualità, rappresenta un’aggiunta significativa per il suo progetto tecnico, e la sua esperienza in Premier League sarà senza dubbio un valore aggiunto.

In sintesi, l’intervista ha messo in luce non solo il pensiero strategico di Conte, ma anche la sua integrità come persona e come professionista. La sua capacità di riflessione, unita a una forte etica del lavoro, lo prepara ad affrontare le sfide future con determinazione. L’attenzione al rapporto con i giocatori e la gestione delle dinamiche interne alla squadra sono elementi chiave del suo successo come allenatore, e il suo approccio pragmatico continuerà a influenzare positivamente il calcio italiano.

Stefano Cerulli

Stefano è un appassionato di sport e redattore sportivo con una carriera che riflette il suo profondo amore per il calcio e l'atletica. Nato a Milano nel 1985, ha nutrito fin da giovane una passione innata per lo sport, alimentata dalle domeniche passate sugli spalti dello stadio San Siro e dalle interminabili ore di allenamento sulle piste d'atletica locali. Dopo aver conseguito la laurea in Scienze della Comunicazione presso l'Università degli Studi di Milano, Stefano ha iniziato la sua carriera nel mondo del giornalismo sportivo. I suoi primi articoli, pubblicati su riviste minori, hanno subito messo in luce la sua abilità nel raccontare con vividezza e competenza le vicende sportive, catturando l'attenzione di un pubblico sempre più vasto. Stefano è noto per il suo stile di scrittura coinvolgente, capace di trasmettere non solo i fatti ma anche le emozioni e la tensione che caratterizzano ogni evento sportivo. La sua capacità di analisi e la profonda conoscenza tecnica dei diversi sport gli permettono di offrire ai lettori articoli di grande qualità, che spaziano dalle cronache più avvincenti alle analisi tattiche più approfondite. Oltre alla sua attività di redattore, è anche un promotore attivo dello sport giovanile. Dedica il suo tempo libero a organizzare eventi e workshop per giovani atleti, con l'obiettivo di trasmettere loro i valori dello sport e l'importanza della corretta informazione sportiva. Sempre aggiornato sulle ultime novità del mondo sportivo, Stefano continua a essere una voce rispettata e autorevole nel giornalismo sportivo italiano, rappresentando un punto di riferimento per tutti gli appassionati di calcio e atletica.

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