Collettivi in azione: il blocco del Giro dell’Emilia si ispira alla Vuelta

Collettivi in azione: il blocco del Giro dell'Emilia si ispira alla Vuelta

Collettivi in azione: il blocco del Giro dell'Emilia si ispira alla Vuelta - ©ANSA Photo

Luca Baldini

24 Settembre 2025

Il 4 ottobre 2023 si avvicina, portando con sé il tradizionale Giro dell’Emilia, una delle corse ciclistiche più attese del calendario autunnale. Quest’anno, però, l’evento non si prepara solo a sfide agonistiche, ma anche a un clima di tensione sociale. I centri sociali di Bologna, noti per le loro posizioni critiche e attiviste, hanno annunciato la loro intenzione di bloccare la corsa, richiamando alla memoria le recenti manifestazioni avvenute durante la Vuelta di Spagna. A guidare la contestazione è la presenza della squadra israeliana Israel Premier Tech, che ha sollevato polemiche e manifestazioni di dissenso.

Mobilitazione dei collettivi

I Municipi sociali di Bologna, un raggruppamento di collettivi e associazioni di diversa estrazione politica, hanno diramato un comunicato in cui chiedono al comitato organizzatore del Giro dell’Emilia, all’assessorato della Regione Emilia-Romagna e al Comune di Bologna di prendere una posizione netta sulla partecipazione della squadra israeliana. “Chiediamo – si legge nell’annuncio – di eliminare il patrocinio istituzionale ed escludere la partecipazione della Israel Premier Tech. Se questo non avverrà, bloccheremo il passaggio della squadra israeliana, respingendo la loro partecipazione, come è successo alla Vuelta”.

Precedenti storici

Questo tipo di mobilitazione non è nuovo in ambito sportivo. Durante la Vuelta di Spagna, le proteste hanno portato all’accorciamento di alcune tappe e alla neutralizzazione di altre. I manifestanti hanno occupato le strade, esprimendo il loro dissenso nei confronti della presenza della squadra israeliana. Queste azioni hanno messo in luce una forte opposizione contro le politiche del governo israeliano, in particolare riguardo alla situazione della Palestina, alimentando un dibattito più ampio sulla responsabilità sociale degli eventi sportivi.

  1. Mobilitazione sociale: I collettivi bolognesi chiedono l’esclusione della squadra israeliana.
  2. Precedenti: Le proteste alla Vuelta hanno portato a modifiche nei percorsi.
  3. Dibattito globale: La questione si inserisce in un contesto di crescente attivismo.

Il dilemma degli organizzatori

La questione della partecipazione della Israel Premier Tech al Giro dell’Emilia si inserisce in questo contesto di crescente attivismo e tensione. La squadra israeliana ha diritto di partecipare alla corsa secondo le regole stabilite dall’Unione Ciclistica Internazionale (UCI). Tuttavia, l’intensificarsi delle manifestazioni e delle richieste di boicottaggio stanno mettendo alla prova non solo le istituzioni sportive, ma anche i valori stessi dello sport.

In un momento in cui lo sport è sempre più spesso al centro di dibattiti sociali e politici, la risposta delle istituzioni locali e dei soggetti organizzatori sarà cruciale. Saranno in grado di garantire il regolare svolgimento della corsa senza compromettere le proprie posizioni etiche? Oppure cederanno alla pressione dei collettivi di protesta, modificando in modo sostanziale il programma della competizione?

Il Giro dell’Emilia diventa quindi non solo un evento sportivo, ma anche un palcoscenico per dibattiti su giustizia sociale, diritti umani e responsabilità degli sportivi e degli organizzatori. La tensione è palpabile e la risposta delle istituzioni e degli organizzatori sarà fondamentale per determinare il futuro di eventi sportivi simili in un mondo sempre più polarizzato. Mentre i ciclisti si prepareranno a sfidare le ripide salite del Colle di San Luca, gli occhi saranno puntati non solo sulle prestazioni atletiche, ma anche su come le diverse fazioni riusciranno a gestire un evento che rischia di trasformarsi in un campo di battaglia non solo sportivo, ma anche sociale e politico.

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