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Carl Lewis lancia la sfida: il salto in lungo senza ‘stacco’ conquista il mondo dell’atletica

Il mondo dello sport è in continua evoluzione, sempre alla ricerca di innovazioni che possano attrarre il pubblico e rendere le competizioni più emozionanti. Tuttavia, quando un cambiamento tocca le radici di una disciplina storica come il salto in lungo, le reazioni possono essere forti e appassionate. La World Athletics ha recentemente proposto una modifica radicale: abolire la tradizionale pedana di stacco. Questa proposta ha scatenato una rivolta tra i migliori atleti, con Carl Lewis in prima linea nel denunciare la direzione presa.

La proposta di modifica della pedana di stacco

L’idea di sostituire la pedana di stacco con un’area di decollo più ampia, di circa 40 centimetri, nasce dall’esigenza di ridurre il numero di salti nulli, che negli ultimi anni hanno raggiunto percentuali preoccupanti. Jon Ridgeon, amministratore delegato di World Athletics, ha spiegato che durante i Campionati del Mondo di Budapest nel 2023, un terzo dei salti sono stati considerati nulli, comportando una perdita di tempo e un abbassamento della qualità delle gare. Per affrontare questo problema, la federazione intende testare la nuova formula durante l’Indoor Meeting di Düsseldorf, dove la campionessa tedesca Malaika Mihambo, oro a Tokyo e argento a Parigi, sarà presente come ospite d’eccezione.

Le reazioni degli atleti

Nonostante l’intento di rendere le competizioni più spettacolari, la proposta ha suscitato un vespaio di polemiche. Numerosi atleti si sono schierati contro, tra cui Miltiadis Tentoglou, doppio oro olimpico e considerato uno dei migliori saltatori in lungo. Tentoglou ha espresso chiaramente la sua avversione, affermando: “Se la fanno, cambio sport. E faccio il triplo.” Per lui, la vera essenza del salto in lungo è la capacità di correre come uno sprinter e atterrare perfettamente sulla tavola, un’abilità che verrebbe compromessa dalla nuova regola.

Carl Lewis, uno dei più grandi atleti della storia, ha sollevato interrogativi su questa proposta, paragonando la situazione a un’ipotetica modifica delle dimensioni del canestro nel basket per facilitare i tiri. Ha twittato: “Allora perché non rendere il canestro del basket più grande per i tiri liberi? Sono in molti a sbagliarli.” La sua critica si inserisce in un dibattito più ampio sulla natura dello sport e sulle sue tradizioni.

Le implicazioni della nuova regola

La modifica proposta da World Athletics non riguarda solo la pedana di stacco, ma anche il modo in cui vengono misurati i salti. Attualmente, il salto viene misurato dalla punta della scarpa dell’atleta fino al punto di atterraggio. La nuova regola prevede che ogni salto valido venga misurato dall’effettivo punto di stacco all’interno della nuova area di decollo. Questo cambiamento potrebbe favorire gli atleti in grado di eseguire salti più lunghi, ma solleva interrogativi sulla perdita di quella precisione tecnica che ha caratterizzato la disciplina per oltre un secolo.

Un dibattito tra innovazione e tradizione

Il dibattito su questa riforma è emblematico di una questione più ampia nel mondo dello sport: come bilanciare innovazione e tradizione? Se da un lato è comprensibile la volontà di attrarre un pubblico più vasto e rendere le gare più dinamiche, dall’altro ci si chiede se sia giusto alterare le fondamenta di una disciplina così storica.

In vista dell’Indoor Meeting di Düsseldorf, l’attenzione sarà rivolta non solo alle prestazioni degli atleti, ma anche alla reazione del pubblico e degli esperti. Sarà interessante vedere se la nuova formula sarà accolta con entusiasmo o se genererà ulteriori polemiche. Alcuni esperti sostengono che, se ben implementata, la modifica potrebbe effettivamente portare a gare più avvincenti e a un aumento della partecipazione, poiché potrebbe ridurre la pressione sugli atleti e permettere loro di esprimere al meglio il proprio talento.

Tuttavia, il rischio di perdere la tradizione e l’essenza del salto in lungo è un aspetto che non può essere trascurato. La storia di questa disciplina è costellata di grandi campioni, da Bob Beamon a Carl Lewis, che hanno scritto pagine indimenticabili grazie alla loro abilità di affrontare la pressione e di esibirsi al massimo livello. La paura è che, con queste modifiche, si possa snaturare l’essenza stessa dello sport, trasformando una competizione di abilità e tecnica in una mera questione di misurazione e dispositivi elettronici.

In questo clima di incertezze e polemiche, sarà fondamentale ascoltare le opinioni degli atleti, degli allenatori e degli esperti del settore. La loro esperienza e il loro punto di vista potranno fornire indicazioni preziose su come procedere, affinché eventuali riforme non compromettano il futuro di una disciplina che ha affascinato il pubblico per oltre un secolo.

Luca Baldini

Ciao a tutti, mi chiamo Luca Baldini e sono redattore sportivo di Wigglesport! Scommetto che non vi sareste mai aspettati di incontrare un tizio così appassionato di sport "minori". Ebbene sì, mentre tutti gli altri seguono i grandi nomi del calcio e del basket, io mi tuffo a capofitto nel mondo affascinante delle discipline meno conosciute! La mia curiosità per gli sport alternativi è nata quasi per caso. Cresciuto tra le Alpi piemontesi, tra una discesa sugli sci e una partita a curling con gli amici, ho sviluppato un amore viscerale per tutte quelle attività che non sempre fanno i titoli dei giornali. Dai Campionati Mondiali di Badminton ai Tornei Internazionali di Bocce, ho sempre avuto un debole per tutto ciò che è insolito e sorprendente. Dopo aver terminato gli studi in Comunicazione e Giornalismo a Torino, ho realizzato il mio sogno di diventare redattore sportivo, portando con me questa passione fuori dal comune. All'inizio la mia famiglia e i miei amici mi prendevano bonariamente in giro ("Luca, chi vuoi che legga di un torneo di cricket islandese?"), ma con il tempo hanno imparato ad apprezzare la bellezza degli sport minori e il mio modo di raccontarli. Ho avuto la fortuna di viaggiare in tutto il mondo per seguire competizioni di ogni genere, descrivendo con passione le performance di atleti incredibili che gareggiano lontano dai riflettori della ribalta mediatica. La mia scrivania? Un arcobaleno di locandine di eventi da ogni angolo del globo! Se c'è una cosa che amo del mio lavoro, è la capacità di portare alla luce storie emozionanti e spesso trascurate. Raccontare le gesta di un arciere paralimpico o la preparazione di una squadra di rugby su sedia a rotelle mi riempie di orgoglio e mi spinge a essere sempre più curioso. Quando non sono impegnato a scrivere o a seguire competizioni improbabili, mi piace partecipare personalmente ad alcuni di questi sport. E sì, ho collezionato più magliette da gara di corse con i sacchi e di tornei di palla tamburello di quante ne possa contare! Quindi, se mai sentite parlare di uno sport di cui nessuno sa nulla, c'è una buona possibilità che io sia lì a raccontarlo. Perché, in fondo, ogni disciplina ha una sua magia speciale, e io sono qui per condividere quella magia con voi. A presto,

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