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Calcio, Toro: Vagnati chiede spiegazioni sul silenzio del Var

Il direttore tecnico del Torino, Davide Vagnati, ha recentemente espresso la sua profonda delusione dopo la partita contro il Genoa, in particolare per un episodio controverso che ha acceso il dibattito tra tifosi e addetti ai lavori. Durante la sfida, l’arbitro Feliciani ha deciso di non concedere un rigore ai granata per un fallo su Antonio Sanabria da parte di Sabelli, un’azione che ha sollevato interrogativi sul corretto utilizzo della tecnologia VAR.

In un’intervista a Sky Sport, Vagnati ha dichiarato: “Non è che siamo arrabbiati, siamo molto delusi. C’è la tecnologia per cambiare un errore chiaro di campo.” Queste parole evidenziano un aspetto cruciale del calcio moderno: l’importanza della tecnologia nel garantire decisioni più giuste e accurate. L’episodio ha suscitato reazioni non solo tra i tifosi del Torino, ma anche tra osservatori neutrali che si sono chiesti se l’assenza di intervento del VAR fosse giustificata.

La frustrazione per l’assenza del VAR

Secondo Vagnati, l’azione di Sabelli su Sanabria era evidente: “Sanabria non può saltare, Sabelli lo butta giù. L’arbitro sbaglia in campo e si può sbagliare, ma non capisco perché la tecnologia non possa aiutarlo.” Questa dichiarazione riflette la frustrazione di molti dirigenti sportivi che, in diverse occasioni, hanno visto il VAR non intervenire in situazioni che sembrerebbero richiedere un chiarimento.

Il VAR, acronimo di Video Assistant Referee, è stato introdotto nel calcio per ridurre il numero di errori arbitrali, specialmente in occasioni cruciali come rigori, espulsioni e gol. Tuttavia, il suo utilizzo ha suscitato un ampio dibattito. In alcune partite, come quella tra Torino e Genoa, i sostenitori del Torino si sono sentiti traditi dalla tecnologia che avrebbe dovuto supportare l’arbitro. In altre occasioni, il VAR è stato criticato per aver preso troppo tempo o per aver interferito in momenti delicati della partita.

La necessità di una comunicazione migliore

Un altro aspetto che Vagnati ha voluto sottolineare è la necessità di una maggiore comunicazione tra arbitri e VAR. Non basta avere la tecnologia; è fondamentale che chi è al VAR abbia il coraggio di consigliare l’arbitro di rivedere una decisione, soprattutto in casi dove l’errore è palese. “Quantomeno deve essere richiamato al monitor”, ha detto Vagnati, evidenziando l’importanza di un feedback immediato per garantire decisioni più giuste.

La partita contro il Genoa, che si è conclusa con un pareggio, ha lasciato l’amaro in bocca ai tifosi granata, non solo per il risultato, ma anche per le circostanze che lo hanno determinato. Il Torino ha mostrato buone trame di gioco e un atteggiamento combattivo, ma episodi come quello di Sabelli su Sanabria possono influenzare il morale della squadra e la fiducia nei confronti degli arbitri e della tecnologia.

Il futuro del Torino e l’uso del VAR

Sotto la guida del mister Ivan Juric, il Torino sta cercando di costruire un’identità solida e competitiva. Situazioni come queste non aiutano il percorso di crescita della squadra, che ha bisogno di risultati. Ogni decisione arbitrale controversa può avere ripercussioni sulle prestazioni future e sull’umore dell’intero ambiente granata.

L’argomento del VAR e delle decisioni arbitrali continuerà a essere al centro del dibattito calcistico italiano, specialmente in una stagione in cui le squadre sono più competitive che mai. La pressione per ottenere risultati è alta, e gli allenatori e i dirigenti potrebbero sentirsi sempre più frustrati per l’uso della tecnologia o la sua mancanza.

Per il Torino, ora l’attenzione si sposta sulla prossima partita, con la speranza che episodi simili non si ripetano e che il VAR possa essere utilizzato in modo più efficace e coerente. La sfida rimane aperta e i tifosi granata continueranno a seguire la loro squadra con passione, sperando che gli arbitri e la tecnologia siano in grado di garantire il giusto corso degli eventi in campo.

Luca Baldini

Ciao a tutti, mi chiamo Luca Baldini e sono redattore sportivo di Wigglesport! Scommetto che non vi sareste mai aspettati di incontrare un tizio così appassionato di sport "minori". Ebbene sì, mentre tutti gli altri seguono i grandi nomi del calcio e del basket, io mi tuffo a capofitto nel mondo affascinante delle discipline meno conosciute! La mia curiosità per gli sport alternativi è nata quasi per caso. Cresciuto tra le Alpi piemontesi, tra una discesa sugli sci e una partita a curling con gli amici, ho sviluppato un amore viscerale per tutte quelle attività che non sempre fanno i titoli dei giornali. Dai Campionati Mondiali di Badminton ai Tornei Internazionali di Bocce, ho sempre avuto un debole per tutto ciò che è insolito e sorprendente. Dopo aver terminato gli studi in Comunicazione e Giornalismo a Torino, ho realizzato il mio sogno di diventare redattore sportivo, portando con me questa passione fuori dal comune. All'inizio la mia famiglia e i miei amici mi prendevano bonariamente in giro ("Luca, chi vuoi che legga di un torneo di cricket islandese?"), ma con il tempo hanno imparato ad apprezzare la bellezza degli sport minori e il mio modo di raccontarli. Ho avuto la fortuna di viaggiare in tutto il mondo per seguire competizioni di ogni genere, descrivendo con passione le performance di atleti incredibili che gareggiano lontano dai riflettori della ribalta mediatica. La mia scrivania? Un arcobaleno di locandine di eventi da ogni angolo del globo! Se c'è una cosa che amo del mio lavoro, è la capacità di portare alla luce storie emozionanti e spesso trascurate. Raccontare le gesta di un arciere paralimpico o la preparazione di una squadra di rugby su sedia a rotelle mi riempie di orgoglio e mi spinge a essere sempre più curioso. Quando non sono impegnato a scrivere o a seguire competizioni improbabili, mi piace partecipare personalmente ad alcuni di questi sport. E sì, ho collezionato più magliette da gara di corse con i sacchi e di tornei di palla tamburello di quante ne possa contare! Quindi, se mai sentite parlare di uno sport di cui nessuno sa nulla, c'è una buona possibilità che io sia lì a raccontarlo. Perché, in fondo, ogni disciplina ha una sua magia speciale, e io sono qui per condividere quella magia con voi. A presto,

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