
Calcio, Abodi avverte: stop ai legami tra società e criminalità - ©ANSA Photo
In un contesto in cui la sicurezza negli stadi e l’influenza della criminalità organizzata nel mondo del calcio sono temi sempre più attuali, il ministro per lo Sport e i Giovani, Andrea Abodi, ha riaffermato la necessità di mantenere una netta separazione tra le società sportive e qualsiasi forma di illegalità. Durante la presentazione del docufilm “Ambra Sabatini. A un metro dal traguardo”, Abodi ha messo in evidenza le sfide legate non solo alla violenza, ma anche a quella che definisce “economia criminale”, un argomento cruciale che richiede attenzione.
Collaborazione con le forze dell’ordine
Abodi ha sottolineato che le società calcistiche devono poter contare sulla collaborazione delle forze dell’ordine a tutti i livelli. Tuttavia, ha avvertito che è fondamentale rispettare le norme che regolano il dialogo con i tifosi. “Le forme di dialogo con la tifoseria sono quelle codificate e, con i delinquenti, non si hanno rapporti impropri”. Questo messaggio è particolarmente rilevante in un periodo in cui il calcio italiano affronta problematiche legate alla sicurezza e alla gestione della tifoseria.
Problemi di pirateria e scommesse illegali
Le dichiarazioni del ministro sono arrivate dopo un incontro al Viminale con i vertici del calcio italiano, dove si sono discusse questioni cruciali come:
- Pirateria
- Scommesse illegali
- Educazione dei tifosi
Abodi ha evidenziato come questi fenomeni siano spesso sottovalutati, ma alimentano un ciclo di illegalità che ha impatti devastanti sul sistema calcistico e sulla società in generale. “Siamo tutti responsabili”, ha affermato, proponendo un approccio che coinvolge non solo chi offre il servizio, ma anche chi ne usufruisce.
Sicurezza negli stadi e cultura calcistica
Il discorso di Abodi si inserisce in un contesto di riforme e interventi volti a migliorare la sicurezza negli stadi. Negli ultimi anni, il problema della violenza legata al tifo ha attirato l’attenzione delle autorità, portando a misure sempre più severe, come il Daspo (Divieto di Accedere alle Manifestazioni Sportive). Tuttavia, il ministro ha sottolineato la necessità di un utilizzo più efficace di questi strumenti, insieme all’implementazione di tecnologie avanzate per il monitoraggio e la prevenzione di comportamenti violenti.
La questione della sicurezza è diventata sempre più urgente, specialmente dopo episodi di violenza che hanno scosso il calcio italiano. Abodi ha proposto un approccio educativo che deve diventare parte integrante della cultura calcistica, per garantire un ambiente sicuro e inclusivo per tutti i tifosi. Le società devono essere attive in questo processo, promuovendo valori positivi e iniziative che attraggano i giovani verso un tifo sano e responsabile.
In conclusione, il messaggio di Abodi è chiaro: non è possibile tollerare alcun legame tra il calcio e la criminalità. Con sforzi congiunti e un impegno costante, è possibile sperare in un futuro migliore per il calcio italiano e per i suoi tifosi, mantenendo viva la passione e l’unità che questo sport rappresenta.