
Bologna ricorda Bonamico: un tributo ai grandi del basket - ©ANSA Photo
Una folla commossa si è radunata nella chiesa di San Girolamo a Bologna per rendere omaggio a Marco Bonamico, un’icona della pallacanestro italiana, scomparso a 68 anni. Il funerale ha rappresentato un momento di grande emozione e rispetto, con la partecipazione di tantissimi bolognesi e personaggi illustri del mondo del basket, che hanno voluto dare un ultimo saluto al “Marine”, come era affettuosamente soprannominato.
La carriera di Marco Bonamico
Marco Bonamico ha avuto una carriera straordinaria, vestendo le maglie di alcune delle squadre più prestigiose del panorama cestistico italiano, tra cui Virtus Bologna, Fortitudo Bologna, Siena, Milano, Forlì, Napoli e Udine. La sua carriera, costellata di successi, non si è limitata al campo. Dopo il ritiro, Bonamico ha intrapreso una brillante carriera come telecronista per la Rai, dove ha saputo trasmettere la sua passione per il basket a un pubblico vasto e variegato. Ha ricoperto ruoli importanti come presidente della Giba (Gruppo Italiano Basket) e di Legadue.
Un tributo sentito da amici e colleghi
La cerimonia funebre ha visto la partecipazione di numerosi ex compagni di squadra e amici, tra cui:
- Dino Meneghin
- Ario Costa
- Walter Magnifico
- Pietro Generali
- Roberto Brunamonti
- Renato Villalta
Tutti legati a Bonamico non solo da un passato di successi, ma anche da una sincera amicizia. Tra i presenti, anche il noto coach Ettore Messina, che ha sottolineato l’importanza di Bonamico sia come giocatore che come persona. “Ho perso un amico, un compagno, ma soprattutto un fratello”, ha dichiarato Renato Villalta, evidenziando il profondo legame che lo univa a Bonamico. Queste parole rispecchiano il sentimento di molti che hanno avuto il privilegio di conoscere Marco, un uomo che ha saputo unire competenza tecnica e umanità.
L’eredità di Marco Bonamico
Roberto Brunamonti ha parlato di Bonamico come di un “grande giocatore”, ma ha voluto mettere in evidenza anche il lato umano del campione. “Era una persona ottima, veramente ironica e colta. Quando vai via a 68 anni, è troppo presto”, ha affermato, esprimendo la tristezza per una perdita così prematura. Ettore Messina ha ricordato Bonamico come un elemento fondamentale nella squadra durante l’anno dello scudetto, elogiando la sua personalità “straripante” e la sua capacità di influenzare positivamente l’ambiente.
Dino Meneghin ha condiviso il suo ricordo personale di Bonamico, descrivendolo come una persona “disponibile, allegra, giocosa” e sempre pronta a regalare una battuta. “Al di là della grinta in campo, era la bellezza della persona fuori dal campo che mi colpiva”, ha aggiunto Meneghin, sottolineando come Bonamico sapesse rendere speciali anche i momenti più semplici.
Il funerale di Marco Bonamico non è stato solo un addio, ma una celebrazione della vita di un uomo che ha dedicato la sua esistenza alla pallacanestro e ha lasciato un’impronta indelebile nel cuore di chi lo ha conosciuto. La chiesa di San Girolamo, gremita di persone, ha testimoniato quanto fosse amato e rispettato. Anche il piazzale della Certosa, affollato da coloro che non sono riusciti a entrare, ha dimostrato l’affetto che Bologna e il mondo del basket nutrono per Bonamico.
La sua carriera ha incluso trionfi come l’argento alle Olimpiadi di Mosca del 1980 e l’oro agli Europei di Nantes nel 1983, momenti che hanno scritto pagine importanti nella storia del basket italiano. La sua capacità di unire le generazioni di giocatori e appassionati di basket è un segno della sua grandezza, e il suo ricordo continuerà a vivere nei cuori di tutti coloro che hanno avuto la fortuna di incrociare il suo cammino.
Marco Bonamico ha rappresentato un simbolo di passione e dedizione, e la sua eredità continua a ispirare le nuove generazioni di cestisti e tifosi. La sua storia è un esempio di come il basket possa unire le persone, creando legami che vanno oltre il semplice gioco. La comunità bolognese, e non solo, porterà sempre con sé il ricordo di un grande campione e di un grande uomo.