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Binaghi: il Coni ha bisogno di una riforma politica urgente

Negli ultimi tempi, il mondo dello sport italiano è stato al centro di un acceso dibattito riguardo alla gestione del Comitato Olimpico Nazionale Italiano (Coni). A sollevare la questione è stato Angelo Binaghi, presidente della Federazione Italiana Tennis e Padel, durante gli Stati Generali dello Sport, un evento organizzato dal dipartimento Sport di Forza Italia. Le sue dichiarazioni hanno acceso i riflettori su un tema cruciale: la necessità di una riforma del Coni e il ruolo della politica in questo processo.

Le differenze nella gestione del Coni

Binaghi ha messo in evidenza le profonde differenze tra l’attuale gestione del Coni e quella di precedenti presidenti come Gianni Petrucci, Mario Carraro e Giovanni Malagò. Secondo lui, il Coni attuale ha subito un drastico ridimensionamento, e questo ha avuto ripercussioni significative sul mondo sportivo italiano. “Vi pare normale che tre atleti del calcio, che rappresentano un milione e duecentomila tesserati, abbiano gli stessi tre voti di discipline come il rafting o la dama?” si chiede Binaghi, evidenziando una disparità che, a suo avviso, rende il sistema patologico.

La questione della rappresentanza

Queste parole non sono casuali, ma riflettono una frustrazione diffusa tra le federazioni sportive, che avvertono una mancanza di equità nella rappresentanza e nelle decisioni che riguardano il finanziamento e lo sviluppo delle varie discipline. La questione della rappresentanza è centrale:

  1. Atleti e federazioni più grandi, come il calcio, si trovano a dover competere con sport minori.
  2. Il sistema attuale non riflette adeguatamente l’importanza e il contributo di queste discipline al panorama sportivo nazionale.

Binaghi ha poi sottolineato che, affinché si possa parlare di merito, è necessario che il Parlamento intervenga per riformare il sistema. “Quando questo verrà sistemato, potremo parlare di merito,” ha affermato, sottolineando l’importanza di un intervento politico mirato a ristrutturare il Coni e a garantire una gestione più equa e rappresentativa.

L’importanza della legge Giorgetti

Inoltre, Binaghi ha lodato la legge Giorgetti, che ha aumentato i finanziamenti destinati allo sport italiano, definendola “una manna dal cielo”. Questo provvedimento ha senz’altro avuto un impatto positivo, consentendo a molte federazioni di migliorare le proprie strutture e di investire nello sviluppo degli atleti. Tuttavia, Binaghi ha avvertito che i dirigenti sportivi devono concentrarsi su riforme e sull’efficientamento del sistema, piuttosto che appropriarsi di meriti che non sono loro. “Andate a vedere quello che abbiamo fatto noi nel tennis e misuratelo con quello che ha fatto il Coni,” ha esortato, suggerendo che ci sono modelli di gestione sportiva che possono essere presi come esempio.

L’intervento di Binaghi ha suscitato un ampio dibattito, con molti che concordano sulla necessità di una riforma del Coni. Tuttavia, ci sono anche opinioni divergenti, con alcuni che sostengono che il problema non risieda tanto nella struttura del Coni quanto nella sua capacità di adattarsi alle esigenze moderne e di rappresentare adeguatamente tutte le federazioni.

Infine, quando gli è stato chiesto se fosse interessato a una possibile candidatura alla presidenza del Coni, Binaghi ha risposto con una certa ironia: “Io presidente Coni? Ma no, in un sistema completamente sbagliato è impossibile”. Questa affermazione mette in luce la sua consapevolezza delle sfide che il Coni deve affrontare, ma anche un certo scetticismo riguardo alla possibilità di un cambiamento significativo senza una ristrutturazione profonda.

Le parole di Binaghi, quindi, non sono solo un appello alla riforma, ma anche un invito a riflettere sulla direzione futura dello sport italiano. La sua critica alla gestione attuale del Coni e la richiesta di un intervento politico rappresentano un punto di vista che merita di essere ascoltato. Con l’avvicinarsi delle prossime elezioni politiche e la crescente attenzione verso le questioni sportive, potrebbe essere il momento giusto per avviare un confronto serio su come migliorare il sistema sportivo in Italia e garantire che tutti gli atleti, indipendentemente dalla loro disciplina, abbiano voce in capitolo e opportunità di successo.

Stefano Cerulli

Stefano è un appassionato di sport e redattore sportivo con una carriera che riflette il suo profondo amore per il calcio e l'atletica. Nato a Milano nel 1985, ha nutrito fin da giovane una passione innata per lo sport, alimentata dalle domeniche passate sugli spalti dello stadio San Siro e dalle interminabili ore di allenamento sulle piste d'atletica locali. Dopo aver conseguito la laurea in Scienze della Comunicazione presso l'Università degli Studi di Milano, Stefano ha iniziato la sua carriera nel mondo del giornalismo sportivo. I suoi primi articoli, pubblicati su riviste minori, hanno subito messo in luce la sua abilità nel raccontare con vividezza e competenza le vicende sportive, catturando l'attenzione di un pubblico sempre più vasto. Stefano è noto per il suo stile di scrittura coinvolgente, capace di trasmettere non solo i fatti ma anche le emozioni e la tensione che caratterizzano ogni evento sportivo. La sua capacità di analisi e la profonda conoscenza tecnica dei diversi sport gli permettono di offrire ai lettori articoli di grande qualità, che spaziano dalle cronache più avvincenti alle analisi tattiche più approfondite. Oltre alla sua attività di redattore, è anche un promotore attivo dello sport giovanile. Dedica il suo tempo libero a organizzare eventi e workshop per giovani atleti, con l'obiettivo di trasmettere loro i valori dello sport e l'importanza della corretta informazione sportiva. Sempre aggiornato sulle ultime novità del mondo sportivo, Stefano continua a essere una voce rispettata e autorevole nel giornalismo sportivo italiano, rappresentando un punto di riferimento per tutti gli appassionati di calcio e atletica.

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