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Atletica: il Team Rifugiati si prepara a brillare ai Mondiali con 6 atleti straordinari

L’atletica leggera si prepara a vivere un momento indimenticabile con i Campionati Mondiali di Atletica 2023 che si terranno a Tokyo. In questo evento di portata globale, un annuncio di grande rilevanza è giunto da World Athletics: il Team dei Rifugiati parteciperà con sei atleti, due donne e quattro uomini, portando con sé storie di speranza e determinazione. Questa iniziativa, che ha preso piede per la prima volta alle Olimpiadi di Rio 2016, continua a crescere, diventando un simbolo di inclusione e solidarietà nello sport.

la composizione del team

Per l’edizione di quest’anno, il team sarà composto da atleti provenienti da diverse nazioni, ognuno con una storia di vita che parla di sfide e trionfi. Le due donne selezionate sono:

  1. Perina Lokure Nakang – correrà negli 800 metri.
  2. Farida Abaroge – parteciperà ai 5.000 metri.

Entrambe hanno già avuto l’opportunità di competere in manifestazioni internazionali, inclusa l’Olimpiade di Parigi 2024, rappresentando non solo il loro talento, ma anche la speranza di milioni di rifugiati nel mondo.

Tra gli uomini, il team è rappresentato da:

  1. Musa Suliman – correrà anch’egli gli 800 metri.
  2. Jamal Abdelmaji Eisa Mohammed – si esibirà nei 5.000 metri.
  3. Omar Hassan ed Emmanuel Kiruhura Ntagunga – parteciperanno alla maratona.

È interessante notare come tre degli atleti, Farida Abaroge, Perina Lokure Nakang e Musa Suliman, abbiano già avuto l’onore di competere all’Olimpiade di Parigi, un traguardo significativo per qualsiasi atleta.

storie di resilienza e speranza

La storia di Eisa Mohammed, il veterano della squadra, è particolarmente toccante. Fuggito dal Sudan all’età di 16 anni, ha trovato rifugio in Israele e ha iniziato la sua carriera sportiva in un contesto difficile. Ha già gareggiato come rifugiato ai Mondiali di Doha nel 2019 e in Oregon nel 2022. Sebbene abbia saltato l’edizione di Budapest nel 2023, il suo ritorno a Tokyo rappresenta un simbolo di speranza per molti altri rifugiati.

Dall’altro lato, Musa Suliman, il più giovane del gruppo a soli 21 anni, è un esempio di resilienza. Fuggito dal Sudan con la sua famiglia nel 2015, ha vissuto in Egitto prima di trasferirsi in Svizzera nel 2021. La sua passione per la corsa rappresenta una via per esprimere il suo talento e affrontare le avversità.

un messaggio potente

Il Team dei Rifugiati non è solo una squadra di atleti, ma un simbolo di speranza e determinazione. Ogni atleta porta con sé la propria storia, il proprio passato e le proprie aspirazioni. La competizione a Tokyo non sarà solo una sfida sportiva, ma un’opportunità per raccontare al mondo le esperienze di chi ha affrontato situazioni estremamente difficili. La loro presenza ai Mondiali servirà a sensibilizzare l’opinione pubblica su temi importanti come i diritti umani, l’inclusione sociale e l’importanza di dare una voce a chi è stato costretto a lasciare la propria casa.

La partecipazione del Team Rifugiati ai Mondiali di Tokyo rappresenta un passo significativo non solo per i membri del team, ma per tutti coloro che si identificano come rifugiati. L’atletica leggera, con la sua capacità di unire le persone e promuovere il rispetto reciproco, diventa così un palcoscenico ideale per mostrare che, nonostante le divisioni politiche e sociali, la passione per lo sport può superare qualsiasi barriera.

Luca Baldini

Ciao a tutti, mi chiamo Luca Baldini e sono redattore sportivo di Wigglesport! Scommetto che non vi sareste mai aspettati di incontrare un tizio così appassionato di sport "minori". Ebbene sì, mentre tutti gli altri seguono i grandi nomi del calcio e del basket, io mi tuffo a capofitto nel mondo affascinante delle discipline meno conosciute! La mia curiosità per gli sport alternativi è nata quasi per caso. Cresciuto tra le Alpi piemontesi, tra una discesa sugli sci e una partita a curling con gli amici, ho sviluppato un amore viscerale per tutte quelle attività che non sempre fanno i titoli dei giornali. Dai Campionati Mondiali di Badminton ai Tornei Internazionali di Bocce, ho sempre avuto un debole per tutto ciò che è insolito e sorprendente. Dopo aver terminato gli studi in Comunicazione e Giornalismo a Torino, ho realizzato il mio sogno di diventare redattore sportivo, portando con me questa passione fuori dal comune. All'inizio la mia famiglia e i miei amici mi prendevano bonariamente in giro ("Luca, chi vuoi che legga di un torneo di cricket islandese?"), ma con il tempo hanno imparato ad apprezzare la bellezza degli sport minori e il mio modo di raccontarli. Ho avuto la fortuna di viaggiare in tutto il mondo per seguire competizioni di ogni genere, descrivendo con passione le performance di atleti incredibili che gareggiano lontano dai riflettori della ribalta mediatica. La mia scrivania? Un arcobaleno di locandine di eventi da ogni angolo del globo! Se c'è una cosa che amo del mio lavoro, è la capacità di portare alla luce storie emozionanti e spesso trascurate. Raccontare le gesta di un arciere paralimpico o la preparazione di una squadra di rugby su sedia a rotelle mi riempie di orgoglio e mi spinge a essere sempre più curioso. Quando non sono impegnato a scrivere o a seguire competizioni improbabili, mi piace partecipare personalmente ad alcuni di questi sport. E sì, ho collezionato più magliette da gara di corse con i sacchi e di tornei di palla tamburello di quante ne possa contare! Quindi, se mai sentite parlare di uno sport di cui nessuno sa nulla, c'è una buona possibilità che io sia lì a raccontarlo. Perché, in fondo, ogni disciplina ha una sua magia speciale, e io sono qui per condividere quella magia con voi. A presto,

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