Arbitro aggredito: il calciatore perde il controllo dopo insulti e minacce

Arbitro aggredito: il calciatore perde il controllo dopo insulti e minacce

Arbitro aggredito: il calciatore perde il controllo dopo insulti e minacce - ©ANSA Photo

Luca Baldini

14 Dicembre 2025

Un episodio di violenza in campo ha scosso il mondo del futsal italiano durante una partita di campionato di Serie C, tenutasi a Cussignacco, una frazione di Udine. La gara, che vedeva contrapposte le squadre Calcetto Clark Udine e Manzano C5, è stata interrotta in seguito a un grave atto di aggressione nei confronti dell’arbitro, Stefano Tomasetig, da parte del calciatore Grance Shimba Olamba, della squadra di casa.

Il clima teso della partita

L’atmosfera della partita è degenerata quando Olamba, dopo essere stato ammonito e successivamente espulso, ha deciso di protestare in maniera veemente contro le decisioni arbitrali. Le sue lamentele hanno costretto l’arbitro a fermare il gioco per alcuni minuti. Nonostante i tentativi dei compagni di squadra di calmarlo, Olamba ha continuato a infierire verbalmente contro Tomasetig, creando un’atmosfera di crescente tensione.

L’aggressione inaccettabile

Dopo essere stato allontanato dal campo, Olamba ha atteso il momento dell’intervallo tra il primo e il secondo tempo per avvicinarsi nuovamente all’arbitro nei pressi degli spogliatoi. Qui, in un gesto di violenza inaccettabile, ha colpito Tomasetig con un pugno al volto, facendolo perdere i sensi e facendolo cadere a terra, dove ha sbattuto la testa. Questo gesto ha suscitato immediatamente l’ira dei presenti, con i compagni di squadra di Olamba che hanno cercato di fermarlo e allontanarlo dall’arbitro.

Le conseguenze dell’episodio

La situazione ha richiesto l’intervento immediato del personale medico. Dopo le prime cure sul posto, Tomasetig è stato trasportato al pronto soccorso per ulteriori accertamenti. Fortunatamente, le notizie successive hanno rivelato che l’arbitro era stato giudicato guaribile in pochi giorni, ma l’episodio ha lasciato un segno profondo non solo sul direttore di gara, ma anche sull’intera comunità sportiva.

Le ripercussioni di questo episodio non si sono limitate solo all’incontro in questione. La partita è stata interrotta definitivamente e le altre due gare in programma per la giornata sono state sospese, creando un effetto domino che ha coinvolto l’intera manifestazione sportiva. Tali eventi sollevano interrogativi sulle misure di sicurezza e sul rispetto delle regole all’interno del calcio amatoriale, dove episodi di violenza sono purtroppo sempre più frequenti.

La risposta della comunità sportiva

Giancarlo Tirindelli, presidente della Calcetto Clark Udine, ha condannato fermamente il gesto del proprio giocatore e ha reso noto che Olamba è stato radiato dalla società. La decisione di allontanarlo dalla squadra è stata presa con immediatezza, a testimonianza della volontà di mantenere un ambiente di gioco rispettoso e sicuro. Tuttavia, la questione non si fermerà qui. Sarà ora la giustizia sportiva a valutare le conseguenze del comportamento del calciatore, che potrebbe affrontare sanzioni severe, inclusa la sospensione da tutte le attività calcistiche.

In aggiunta, non è escluso che Olamba possa anche affrontare una denuncia penale per l’aggressione a Tomasetig. La violenza nel calcio, anche a livello amatoriale, è un problema serio che richiede interventi decisivi. Organizzazioni e federazioni sportive stanno intensificando gli sforzi per promuovere una cultura di rispetto, fair play e sicurezza in campo.

Questo episodio, purtroppo, non è isolato. Negli ultimi anni, si sono registrati diversi casi di violenza in ambito sportivo, che coinvolgono non solo i giocatori, ma anche i tifosi e, in alcuni casi, gli arbitri. La crescente aggressività e la mancanza di rispetto verso le figure arbitrali rappresentano una minaccia per l’integrità del gioco e per la sicurezza di tutti gli attori coinvolti. È fondamentale che le istituzioni calcistiche e le associazioni sportive collaborino per creare un ambiente in cui il fair play sia il valore centrale e ogni forma di violenza sia condannata e punita severamente.

Questo triste episodio di Cussignacco deve servire da monito per tutti. La passione per il calcio deve essere accompagnata da un profondo rispetto per le regole e per coloro che si prendono la responsabilità di farle rispettare. Solo così il calcio, anche a livello amatoriale, potrà continuare a essere un momento di gioia e aggregazione, piuttosto che un palcoscenico di violenza e aggressività. È necessario lavorare insieme per costruire un futuro in cui il rispetto e la sportività prevalgano su ogni forma di conflitto e intolleranza.

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