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Addio a Manga, il leggendario portiere del Brasile ai Mondiali del 1966

Oggi, il mondo del calcio è in lutto per la scomparsa di Haílton Corrêa de Arruda, noto come Manga, deceduto all’età di 87 anni a Rio de Janeiro. Considerato uno dei portieri più talentuosi della sua epoca, Manga ha lasciato un’impronta indelebile nel cuore dei tifosi brasiliani, in particolare quelli del Botafogo, club con cui ha condiviso gran parte della sua carriera.

Nato nel 1936 nello stato di Pernambuco, Manga ha iniziato la sua carriera calcistica con il Sport Recife, dove ha messo in mostra le sue abilità tra i pali. Giocando con il club dal 1954 al 1958, è riuscito a conquistare l’affetto dei tifosi grazie alle sue parate spettacolari e al suo carisma. Il suo talento non è passato inosservato e, nel 1959, è stato ingaggiato dal Botafogo, una delle squadre più prestigiose del Brasile.

I successi con il Botafogo

Al Botafogo, Manga ha vissuto momenti indimenticabili, contribuendo in modo significativo ai successi della squadra. Con la maglia bianco-nera, è diventato un idolo per i tifosi, grazie alle sue prestazioni straordinarie in campo. Ha partecipato a numerosi campionati e tornei, portando il club a conquistare diversi trofei, tra cui:

  1. Campionato Carioca
  2. Coppa del Brasile
  3. Trofei internazionali

La carriera internazionale e i Mondiali del 1966

Nel 1966, la carriera di Manga ha raggiunto un nuovo apice quando è stato selezionato come portiere titolare della nazionale brasiliana ai Mondiali di quell’anno, tenutisi in Inghilterra. Nonostante le aspettative elevate per la squadra, il Brasile non è riuscito a superare la fase a gironi, un evento che ha sorpreso molti, considerando il prestigio e il talento della selezione verdeoro. Manga, comunque, ha mostrato tutta la sua abilità e determinazione, guadagnandosi il rispetto e l’ammirazione di molti.

Dopo l’esperienza ai Mondiali, Manga ha continuato la sua carriera professionale, trasferendosi all’Internacional di Porto Alegre nel 1968. Con il club, ha vissuto una nuova fase di successi, vincendo il campionato nazionale nel 1975 e nel 1976. La sua presenza tra i pali era sinonimo di sicurezza e competenza, qualità che gli hanno permesso di diventare uno dei portieri più amati della storia del calcio brasiliano.

L’eredità di Manga

Oltre alla sua carriera in Brasile, Manga ha anche avuto un’esperienza all’estero, giocando per il Nacional di Montevideo, in Uruguay. Questa esperienza internazionale gli ha permesso di confrontarsi con stili di gioco diversi e di ampliare le sue competenze, rendendolo un portiere ancora più completo. La sua carriera si è protratta fino alla fine degli anni ’70, quando ha deciso di appendere i guanti al chiodo.

Anche dopo il ritiro, Manga ha continuato a essere una figura rispettata nel mondo del calcio, spesso invitato a eventi e celebrazioni legate al suo amato Botafogo e alla nazionale brasiliana. La sua passione per il calcio e il suo amore per il gioco non sono mai svaniti, e ha sempre cercato di trasmettere le sue esperienze alle nuove generazioni di calciatori.

Manga non era solo un grande portiere; era anche un uomo con una personalità affascinante. La sua umiltà e il suo approccio genuino alla vita hanno conquistato il cuore di molti. Nonostante i successi e la fama, è rimasto sempre con i piedi per terra, dedicandosi agli amici, alla famiglia e alla comunità.

La notizia della sua morte ha suscitato un’ondata di tributi e messaggi di cordoglio da parte di ex compagni di squadra, avversari e tifosi. Molti hanno condiviso aneddoti e ricordi legati a lui, evidenziando non solo il suo talento calcistico, ma anche il suo impatto come persona. La comunità calcistica brasiliana ha perso un grande protagonista, e il suo contributo al gioco non sarà dimenticato.

Manga verrà ricordato non solo per le sue prestazioni sul campo, ma anche per il suo spirito indomito e il suo amore per il calcio. La sua eredità vivrà nei cuori di tutti coloro che hanno avuto il privilegio di conoscerlo, sia dentro che fuori dal campo. La sua figura rimarrà un simbolo di passione e dedizione per il calcio, un vero e proprio monumento del calcio brasiliano.

Stefano Cerulli

Stefano è un appassionato di sport e redattore sportivo con una carriera che riflette il suo profondo amore per il calcio e l'atletica. Nato a Milano nel 1985, ha nutrito fin da giovane una passione innata per lo sport, alimentata dalle domeniche passate sugli spalti dello stadio San Siro e dalle interminabili ore di allenamento sulle piste d'atletica locali. Dopo aver conseguito la laurea in Scienze della Comunicazione presso l'Università degli Studi di Milano, Stefano ha iniziato la sua carriera nel mondo del giornalismo sportivo. I suoi primi articoli, pubblicati su riviste minori, hanno subito messo in luce la sua abilità nel raccontare con vividezza e competenza le vicende sportive, catturando l'attenzione di un pubblico sempre più vasto. Stefano è noto per il suo stile di scrittura coinvolgente, capace di trasmettere non solo i fatti ma anche le emozioni e la tensione che caratterizzano ogni evento sportivo. La sua capacità di analisi e la profonda conoscenza tecnica dei diversi sport gli permettono di offrire ai lettori articoli di grande qualità, che spaziano dalle cronache più avvincenti alle analisi tattiche più approfondite. Oltre alla sua attività di redattore, è anche un promotore attivo dello sport giovanile. Dedica il suo tempo libero a organizzare eventi e workshop per giovani atleti, con l'obiettivo di trasmettere loro i valori dello sport e l'importanza della corretta informazione sportiva. Sempre aggiornato sulle ultime novità del mondo sportivo, Stefano continua a essere una voce rispettata e autorevole nel giornalismo sportivo italiano, rappresentando un punto di riferimento per tutti gli appassionati di calcio e atletica.

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