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Addio a Jair, il leggendario protagonista della ‘Grande Inter’ di Herrera a 84 anni

Il mondo del calcio piange la scomparsa di Jair da Costa, noto semplicemente come Jair, un grande protagonista della storia del calcio italiano e mondiale. Il 27 ottobre 2023, all’età di 84 anni, Jair ci ha lasciati, lasciando un vuoto incolmabile tra i suoi tifosi e nel cuore di chi ha avuto il privilegio di ammirare il suo talento sul campo.

Nato il 29 agosto 1939 a São Paulo, Jair ha iniziato la sua carriera calcistica nel 1957 con il São Paulo FC, dove ha messo in mostra le sue straordinarie abilità di ala destra. Il suo talento non è passato inosservato e, già nel 1962, viene convocato per far parte della nazionale brasiliana che partecipa ai Mondiali in Cile. Sebbene non abbia giocato durante il torneo, il suo contributo alla squadra e la sua presenza nello spogliatoio furono fondamentali per la vittoria del Brasile, che conquistò il titolo di campione del mondo per la seconda volta consecutiva.

La carriera all’Inter

Nel 1962, Jair si unisce all’Inter, dove vivrà un decennio ricco di successi e soddisfazioni. Sotto la direzione dell’iconico allenatore Helenio Herrera, Jair diventa un elemento chiave della squadra, contribuendo a scrivere una delle pagine più gloriose della storia del club nerazzurro. La ‘Grande Inter’, come è stata ribattezzata, si distingue per il suo stile di gioco innovativo e per la sua solidità difensiva, ma è anche caratterizzata da un attacco fulmineo e spettacolare, dove Jair gioca un ruolo fondamentale.

Durante il suo periodo all’Inter, Jair ha vinto:

  1. Quattro scudetti
  2. Due Coppe dei Campioni
  3. Due Coppe Intercontinentali

Questo palmarès impressionante lo ha consacrato come uno dei più grandi calciatori della sua epoca. La sua abilità nel dribbling, unita a una velocità straordinaria, lo rendeva un incubo per le difese avversarie. Le sue giocate spettacolari e i suoi gol decisivi hanno fatto innamorare i tifosi nerazzurri, e il suo nome è diventato sinonimo di successo e passione.

La reazione alla sua scomparsa

La notizia della sua scomparsa è stata accolta con profondo cordoglio da parte del mondo calcistico. L’Inter, attraverso i social media, ha espresso il proprio dolore per la perdita di un grande campione: “É scomparso Jair – ha scritto il club – Ala destra dal dribbling fenomenale, ha vinto tutto con la Grande Inter. Quattro campionati, due Coppe dei Campioni, due Coppe Intercontinentali, un posto nell’eternità di una squadra leggendaria. Il Club si stringe alla sua famiglia in questo momento difficile”.

Il ricordo di Jair non è solo legato ai trofei vinti, ma anche alla sua personalità e al suo modo di essere. Era un uomo umile, sempre pronto a mettersi a disposizione della squadra e a sostenere i compagni. La sua dedizione al calcio e il rispetto per il gioco lo hanno reso un esempio per le generazioni successive di calciatori.

L’eredità di Jair

Dopo aver lasciato l’Inter nel 1972, Jair ha continuato a giocare in Italia, vestendo le maglie di diverse squadre, tra cui il Catania e il Genoa, prima di ritirarsi definitivamente nel 1977. Anche dopo il ritiro, ha mantenuto un legame speciale con il calcio, lavorando come allenatore e contribuendo alla crescita di giovani talenti.

Il suo impatto sulla storia dell’Inter e del calcio in generale è innegabile. La ‘Grande Inter’ non sarebbe stata la stessa senza di lui, e la sua eredità vivrà per sempre nei cuori dei tifosi. Jair non è solo un nome, ma un simbolo di un’epoca d’oro del calcio italiano, un’epoca in cui il gioco era caratterizzato da passione, talento e un’incredibile capacità di emozionare.

La scomparsa di Jair segna la fine di un capitolo importante nella storia del calcio. I tributi continuano ad arrivare da ogni angolo del mondo, con ex compagni di squadra, allenatori e tifosi che ricordano le sue gesta sul campo e l’impatto che ha avuto nelle loro vite.

In un’epoca in cui il calcio è diventato sempre più commerciale e globalizzato, la figura di Jair ricorda a tutti noi l’importanza delle radici e del legame con il territorio. La sua storia è un esempio di come il talento, la dedizione e l’amore per il gioco possano portare a risultati straordinari, sia a livello personale che collettivo.

Il suo nome sarà sempre associato all’Inter e alla ‘Grande Inter’, un club che ha rappresentato non solo una squadra di calcio, ma un vero e proprio movimento culturale e sociale, capace di unire persone di ogni età e provenienza. Oggi, mentre il mondo del calcio piange la sua scomparsa, celebriamo la vita e la carriera di un vero campione, il cui spirito continuerà a vivere nel cuore dei tifosi e nell’immenso panorama del calcio mondiale.

Luca Baldini

Ciao a tutti, mi chiamo Luca Baldini e sono redattore sportivo di Wigglesport! Scommetto che non vi sareste mai aspettati di incontrare un tizio così appassionato di sport "minori". Ebbene sì, mentre tutti gli altri seguono i grandi nomi del calcio e del basket, io mi tuffo a capofitto nel mondo affascinante delle discipline meno conosciute! La mia curiosità per gli sport alternativi è nata quasi per caso. Cresciuto tra le Alpi piemontesi, tra una discesa sugli sci e una partita a curling con gli amici, ho sviluppato un amore viscerale per tutte quelle attività che non sempre fanno i titoli dei giornali. Dai Campionati Mondiali di Badminton ai Tornei Internazionali di Bocce, ho sempre avuto un debole per tutto ciò che è insolito e sorprendente. Dopo aver terminato gli studi in Comunicazione e Giornalismo a Torino, ho realizzato il mio sogno di diventare redattore sportivo, portando con me questa passione fuori dal comune. All'inizio la mia famiglia e i miei amici mi prendevano bonariamente in giro ("Luca, chi vuoi che legga di un torneo di cricket islandese?"), ma con il tempo hanno imparato ad apprezzare la bellezza degli sport minori e il mio modo di raccontarli. Ho avuto la fortuna di viaggiare in tutto il mondo per seguire competizioni di ogni genere, descrivendo con passione le performance di atleti incredibili che gareggiano lontano dai riflettori della ribalta mediatica. La mia scrivania? Un arcobaleno di locandine di eventi da ogni angolo del globo! Se c'è una cosa che amo del mio lavoro, è la capacità di portare alla luce storie emozionanti e spesso trascurate. Raccontare le gesta di un arciere paralimpico o la preparazione di una squadra di rugby su sedia a rotelle mi riempie di orgoglio e mi spinge a essere sempre più curioso. Quando non sono impegnato a scrivere o a seguire competizioni improbabili, mi piace partecipare personalmente ad alcuni di questi sport. E sì, ho collezionato più magliette da gara di corse con i sacchi e di tornei di palla tamburello di quante ne possa contare! Quindi, se mai sentite parlare di uno sport di cui nessuno sa nulla, c'è una buona possibilità che io sia lì a raccontarlo. Perché, in fondo, ogni disciplina ha una sua magia speciale, e io sono qui per condividere quella magia con voi. A presto,

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