Addio a Campana: Tommasi, il pioniere delle conquiste sportive e sociali - ©ANSA Photo
La scomparsa di Sergio Campana, avvenuta nella notte scorsa all’età di 91 anni, segna una perdita incommensurabile per il mondo dello sport italiano. Damiano Tommasi, ex calciatore e attuale sindaco di Verona, ha voluto ricordare l’importanza del contributo di Campana, descrivendolo come un “grande padre fondatore di tutte le conquiste” nel panorama sportivo, a partire dagli anni ’70. La sua eredità, come presidente dell’Associazione Italiana Calciatori (AIC), ha avuto un impatto significativo non solo nel calcio, ma in tutto il settore sportivo.
Tommasi ha sottolineato che il lavoro di Campana è stato cruciale per il professionismo sportivo in Italia. “Con la sua presidenza ha contribuito al professionismo sportivo, al trattamento previdenziale, e soprattutto all’ingresso degli sportivi all’interno delle istituzioni sportive”, ha affermato il sindaco. Questo è un aspetto fondamentale, poiché prima dell’impegno di Campana, molti atleti non godevano dei diritti e delle garanzie di cui oggi possono usufruire.
Nato nel 1932 a Bologna, Sergio Campana ha avuto una carriera sportiva che ha spaziato dal campo da gioco alle stanze del potere sportivo. Come calciatore, ha indossato le maglie di diverse squadre, tra cui il Bologna e il Modena, prima di dedicarsi completamente alla carriera dirigenziale. Negli anni ’70, ha iniziato a lavorare per migliorare le condizioni degli atleti e delle atlete, ponendo le basi per un sistema che oggi è considerato un modello da seguire.
Tommasi, che ha avuto l’onore di raccogliere il testimone da Campana nel 2011, ha evidenziato quanto fosse importante la figura di Campana non solo come dirigente, ma anche come mentore. “Ha lasciato il segno per tutti noi, e per me in modo particolare. Lui è stato da presidente onorario una presenza saggia, di grande conforto”. Questo legame tra le generazioni di calciatori è fondamentale, poiché dimostra come l’eredità di un grande dirigente possa influenzare positivamente il percorso di chi viene dopo.
La figura di Sergio Campana è stata anche quella di un innovatore. La sua visione ha portato a una maggiore integrazione degli atleti nelle istituzioni sportive, un passo che, sebbene possa sembrare scontato oggi, all’epoca era un obiettivo ambizioso. Campana ha lavorato instancabilmente per trovare accordi politici con i presidenti delle varie federazioni, creando un ponte tra il mondo dello sport e le istituzioni governative. Questo approccio ha permesso di apportare cambiamenti significativi e duraturi, migliorando le condizioni di vita e lavoro di molti atleti.
La scomparsa di Campana ha suscitato anche una grande ondata di affetto e rispetto tra gli sportivi. Tommasi ha dedicato un pensiero particolare ad Antonietta, la compagna di vita e di viaggio di Campana, descrivendola come una “presenza silenziosa e costante” che ha contribuito alla sua postura nello sport. Questo riconoscimento evidenzia quanto sia importante il supporto personale nei percorsi professionali, un elemento che spesso viene trascurato ma che gioca un ruolo cruciale nel raggiungimento dei successi.
Numerosi ex atleti e sportivi hanno già condiviso i loro ricordi e le loro esperienze con Campana, sottolineando come il suo operato abbia influenzato le loro carriere. La sua determinazione nel migliorare le condizioni lavorative degli sportivi ha fatto sì che molti atleti potessero godere di diritti che oggi consideriamo fondamentali, come la previdenza sociale e un trattamento equo.
In un contesto sportivo in continua evoluzione, l’eredità di Sergio Campana continuerà a vivere nelle politiche e nelle pratiche che governano il mondo dello sport. Le sue idee e i suoi valori, che hanno plasmato il professionismo sportivo in Italia, rimarranno una guida per le future generazioni di atleti e dirigenti.
La sua figura rappresenta un simbolo di come la passione per lo sport possa tradursi in azione concreta per migliorare la vita di molti. Attraverso il suo impegno, Campana ha dimostrato che lo sport non è solo competizione, ma anche un mezzo per ottenere giustizia e uguaglianza. L’Italia sportiva perde un grande protagonista, ma il suo esempio vivrà nel lavoro di chi continua a lottare per i diritti degli atleti.
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