
Addio a Bruno Pizzul, la leggenda del giornalismo sportivo italiano - ©ANSA Photo
Bruno Pizzul, una delle figure più emblematiche del giornalismo sportivo italiano, è venuto a mancare all’età di 86 anni. La notizia della sua scomparsa ha colpito profondamente il mondo dello sport e i suoi milioni di tifosi. Originario di Cormons, un piccolo comune del Collio goriziano in Friuli, Pizzul è deceduto all’ospedale di Gorizia, dove era ricoverato da alcune settimane. Nato l’8 marzo 1938 a Udine, Pizzul ha dedicato gran parte della sua vita alla passione per il calcio, diventando una voce riconoscibile e amata da generazioni di italiani.
La carriera di Bruno Pizzul
La carriera di Bruno Pizzul nel giornalismo sportivo ha avuto inizio nel 1969 quando entrò in Rai, dopo aver partecipato con successo a un concorso. Prima di diventare commentatore, Pizzul aveva tentato la carriera di calciatore, giocando per diverse squadre dilettantistiche e professionistiche. La sua esperienza sul campo, sebbene non lo avesse reso un campione, gli ha fornito una prospettiva unica che ha arricchito le sue telecronache. Ecco un breve riepilogo della sua carriera calcistica:
- Inizio nella Cormonese
- Passaggio alla Pro Gorizia
- Professionista dal 1958 con il Catania
- Militanza in altre squadre come Ischia, Udinese e Torres
L’impatto nel giornalismo sportivo
Il suo apporto al giornalismo sportivo non si è limitato al solo calcio. Pizzul ha dimostrato di avere una grande conoscenza di vari sport, commentando eventi di rilevanza nazionale e internazionale. Tuttavia, è stato principalmente il calcio a farlo entrare nel cuore degli italiani. Ha commentato per ben 16 anni le partite della Nazionale, dal 1986 fino al 2002, testimoniando le emozioni di cinque Coppe del Mondo. La sua voce ha accompagnato momenti indimenticabili, come il celebre “… e segna, segna Roberto. Roberto Baggiooooo al 42′ del secondo tempo”, che è diventato un’icona della telecronaca sportiva. Pizzul ha anche vissuto momenti tragici, come la finale di Coppa dei Campioni del 1985 tra Juventus e Liverpool, dove il suo commento ha catturato la drammaticità di quel giorno.
Un legame profondo con il pubblico
Bruno Pizzul non era solo un commentatore, ma anche un conduttore di programmi storici come “Domenica Sprint” e “La Domenica Sportiva”, che hanno segnato intere generazioni di appassionati. La sua capacità di raccontare le partite con passione e competenza lo ha reso un punto di riferimento per il pubblico. Anche dopo il suo ritiro dalla telecronaca, Pizzul ha continuato a scrivere per testate locali come il “Messaggero Veneto”, mantenendo vivo il suo legame con il Friuli, la sua terra d’origine.
Negli ultimi anni, Pizzul era tornato a vivere nel suo Friuli, dove ha continuato a seguire con interesse gli eventi sportivi, dimostrando un amore incondizionato per il calcio e per la sua regione. Il suo impegno nel giornalismo sportivo è stato riconosciuto con numerosi premi e onorificenze, e la sua figura rimarrà per sempre legata alla storia del calcio italiano.
La scomparsa di Bruno Pizzul lascia un vuoto incolmabile nel panorama del giornalismo sportivo italiano. La sua eredità continua a vivere attraverso le sue telecronache, i suoi articoli e il ricordo di chi ha avuto la fortuna di ascoltarlo e seguirlo. La sua voce, che ha accompagnato le vittorie e le sconfitte della Nazionale, rimarrà per sempre nella memoria collettiva degli italiani. Pizzul rappresenta un modello di professionalità e passione che tutti dovrebbero aspirare a emulare, continuando a ispirare le nuove generazioni di commentatori e giornalisti.