
Abodi: lo sport come ponte di pace tra Iran e Israele - ©ANSA Photo
Andrea Abodi, il Ministro per lo Sport e i Giovani, ha recentemente condiviso le sue riflessioni sulle esclusioni degli atleti russi e bielorussi dalle competizioni internazionali e sull’eventualità di escludere atleti provenienti da Iran e Israele. Le sue dichiarazioni sono state rilasciate durante la tavola rotonda “Lo Sport genera speranza”, tenutasi a Piazza del Popolo in occasione del Giubileo dello Sport, un evento che celebra il potere unificante dello sport in un contesto di conflitti e divisioni.
Esclusioni dolorose e contesto storico
“Le esclusioni sono sempre dolorose”, ha affermato Abodi, “ma nel caso di atleti russi e bielorussi, è stato inevitabile limitare la loro presenza.” È fondamentale non permettere che lo sport venga strumentalizzato per scopi nazionalistici, soprattutto in momenti di crisi come quelli attuali. Queste parole risuonano forti in un periodo in cui il mondo sportivo si trova spesso a dover affrontare dilemmi morali e politici.
Il 7 ottobre 2023 ha segnato un’importante escalation nei conflitti in Medio Oriente, con eventi drammatici che hanno avuto ripercussioni globali. Abodi ha sottolineato come sia facile dimenticare il contesto storico che ha portato a queste tensioni, affermando che “a volte ci si dimentica di quello che succede prima e si giudica un fotogramma della storia”. Questo “fotogramma” rappresenta una serie di eventi disumani che continuano a generare sofferenza in tutto il mondo.
La ricerca della pace
Il Ministro ha evidenziato l’importanza di trovare una soluzione che porti alla pace, sostenendo la necessità di un approccio basato sui principi di coesistenza pacifica tra i due popoli e il rispetto della soluzione dei due Stati. “Quello che sta succedendo in tutto il Medio Oriente è frutto di un’aggressione cinica e disumana”, ha dichiarato, esprimendo il suo auspicio che la diplomazia possa svolgere un ruolo cruciale in questo processo.
Abodi ha anche menzionato la responsabilità dei leader mondiali, tra cui la Premier Giorgia Meloni, auspicando che possano contribuire a una de-escalation del conflitto. “È evidente che il conflitto si allarga”, ha affermato, “spero che la diplomazia riesca a portare contributi decisivi”. La sua invocazione alla responsabilità collettiva è chiara: “Quel limite non riguarderà solo alcune persone, ma tutti noi”.
Il potere unificante dello sport
In questo contesto di tensione, Abodi ha trovato spazio per esprimere un messaggio di speranza attraverso il potere dello sport. “Lo sport ha la capacità di unire anche nei tempi in cui il significato della vita viene massacrato da logiche di guerra”, ha detto. Questa affermazione sottolinea come, malgrado le divisioni, l’attività sportiva possa fungere da ponte tra culture e nazioni, promuovendo valori di pace e solidarietà.
Secondo Abodi, la pratica sportiva può rappresentare un messaggio di pace. “Questi sono momenti di comunione, di promozione e di assunzione di ulteriori responsabilità”, ha concluso, suggerendo che ogni evento sportivo possa essere visto come un’opportunità per rafforzare legami e costruire dialogo.
In un periodo in cui il mondo è caratterizzato da divisioni sempre più profonde e conflitti dilaganti, il potere unificante dello sport assume un significato ancora più rilevante. Eventi come le Olimpiadi e le Paralimpiadi hanno storicamente avuto un ruolo importante nel promuovere la pace e la comprensione reciproca, superando le divisioni politiche e culturali.
È fondamentale che sportivi e federazioni sportive si impegnino a mantenere un ambiente inclusivo, dove ogni atleta, indipendentemente dalla propria nazionalità, possa competere. La sfida è quella di trovare un equilibrio tra la giustizia e il rispetto dei diritti umani, garantendo al contempo che lo sport rimanga un faro di speranza e unità.
Le parole di Abodi risuonano quindi come un invito a riflettere sul ruolo dello sport in un mondo sempre più polarizzato. La speranza è che, attraverso la pratica sportiva, si possa contribuire a costruire un futuro in cui la pace e la comprensione reciproca prevalgano sopra ogni forma di conflitto e divisione.