Abodi: il taekwondo prova che la vittoria si costruisce dalle fondamenta - ©ANSA Photo
Il dibattito sulla competitività nello sport è un tema di grande rilevanza, specialmente in un contesto come quello italiano, dove le tradizioni sportive sono fortemente radicate. Andrea Abodi, ministro per lo sport e i giovani, ha recentemente condiviso le sue riflessioni in merito durante i Campionati Italiani Cadetti di taekwondo, che si stanno svolgendo a Roma fino al 16 marzo. Le sue parole hanno messo in luce un aspetto fondamentale: l’importanza di coniugare la ricerca della vittoria con l’allargamento della base, ovvero l’accesso e la partecipazione di un numero sempre maggiore di giovani a questa disciplina.
Il taekwondo, sport di origine coreana, è caratterizzato da tecniche di combattimento e autodifesa, ma anche da una profonda filosofia che promuove il rispetto, la disciplina e l’autocontrollo. Abodi ha affermato che il suo impegno è volto a trovare un equilibrio sostenibile tra questi due aspetti: le vittorie e l’allargamento della pratica sportiva. “Le vittorie sono un obiettivo raggiunto, ma anche una tappa di transito”, ha dichiarato, evidenziando come il successo non debba essere l’unico fine, ma piuttosto un passo verso una maggiore inclusività e diffusione della cultura sportiva.
Il ministro ha sottolineato che l’investimento nelle giovani generazioni è cruciale non solo per l’affermazione del taekwondo, ma anche per quella del concetto di sport come diritto per tutti. Questo approccio inclusivo è in linea con i principi fondamentali della Carta Costituzionale italiana, che riconosce il valore dello sport come strumento di crescita e socializzazione. Gli atleti che partecipano a queste competizioni non stanno solo affinando le loro abilità sportive, ma stanno anche apprendendo importanti lezioni di vita, come:
Abodi ha elogiato il modello di federazione che ha saputo evolversi, mantenendo sempre al centro gli elementi caratteristici della disciplina, ma arricchendosi anche con contenuti culturali e formativi. Il motto “To the future”, scelto dalla federazione di taekwondo, riflette questa visione progressista, indirizzando l’attenzione verso un futuro in cui lo sport sia accessibile a tutti, indipendentemente dalle proprie origini o capacità. Questo approccio olistico è fondamentale per creare un ambiente in cui i giovani possano crescere non solo come atleti, ma anche come cittadini responsabili e impegnati nella società.
Inoltre, Abodi ha messo in evidenza l’importanza della formazione degli istruttori e degli allenatori, che svolgono un ruolo cruciale nel trasmettere non solo le tecniche sportive, ma anche i valori etici e morali che lo sport porta con sé. Un buon allenatore è colui che riesce a formare non solo dei campioni, ma anche dei cittadini consapevoli, capaci di affrontare le sfide della vita con determinazione e rispetto per gli altri.
In questo contesto, il ruolo delle scuole è fondamentale. Le istituzioni educative possono e devono diventare i principali alleati dello sport, offrendo spazi e opportunità per il suo sviluppo. L’introduzione del taekwondo nei programmi scolastici potrebbe rappresentare un passo significativo verso una maggiore diffusione della disciplina, permettendo ai giovani di avvicinarsi a questa arte marziale in un ambiente familiare e accogliente.
In conclusione, Abodi ha espresso fiducia nel futuro del taekwondo in Italia e nel suo potenziale di attrarre sempre più giovani. La combinazione di competitività e inclusione rappresenta un modello da seguire, non solo per il taekwondo, ma per il panorama sportivo nazionale in generale. Con il giusto supporto, è possibile costruire un futuro in cui lo sport non sia solo un’attività, ma una vera e propria cultura che promuove la crescita personale e collettiva.
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