La recente decisione della Lega di organizzare una partita amichevole tra Milan e Como a Perth ha suscitato un acceso dibattito tra esperti e appassionati di calcio. Molti si interrogano sulla scelta di spostare un evento così significativo a migliaia di chilometri dall’Italia. Il ministro per lo sport e per i giovani, Andrea Abodi, ha espresso le sue preoccupazioni, sottolineando l’importanza di avere un pubblico presente e coinvolto per garantire il successo di un evento calcistico.
Abodi ha affermato che “ogni persona ha il diritto di esprimere il proprio parere riguardo a questa scelta” e ha riconosciuto le ragioni della Lega, ma ha anche messo in evidenza la necessità di considerare gli aspetti positivi di situazioni come questa. Tuttavia, ha messo in luce una mancanza di rispetto nei confronti del pubblico, affermando che il calcio ha un senso profondo quando è condiviso con i tifosi. Chiedere a molti di affrontare un grande sacrificio, sia economico che logistico, per assistere a una partita è un tema che non può essere trascurato.
il rispetto per i tifosi
La questione del rispetto per i tifosi è particolarmente rilevante in un momento in cui il calcio cerca di riprendersi dalle difficoltà causate dalla pandemia di COVID-19. Durante i lockdown, molti tifosi hanno dovuto rinunciare a seguire le loro squadre dal vivo, costringendoli a vivere il calcio da dietro uno schermo. Con la ripresa degli eventi sportivi, sembra esserci una nuova opportunità per i club di riconnettersi con i propri sostenitori. Tuttavia, la scelta di un evento in Australia solleva interrogativi su come le società calcistiche gestiscano le relazioni con i tifosi.
Abodi ha sottolineato che, sebbene si tratti di un evento unico, è fondamentale considerare l’impatto sui tifosi. Ha espresso la speranza che ci sia “la sensibilità di mitigare questo impatto e di rendere il tutto accessibile a tutti”. Questo richiamo alla sensibilità invita a riflettere su come il calcio, come sport e industria, possa e debba rispondere alle esigenze e alle aspettative dei tifosi.
il fenomeno delle partite amichevoli all’estero
Un aspetto interessante da considerare è il fenomeno delle partite amichevoli all’estero. Negli ultimi anni, molte squadre europee hanno scelto di disputare incontri in paesi lontani, attratte da opportunità commerciali e dalla possibilità di espandere il proprio marchio a livello globale. Tuttavia, queste scelte possono sembrare disconnesse dalla realtà dei tifosi locali, che si sentono trascurati.
- Milan e Como sono due club con una lunga storia e un forte legame con la loro base di tifosi.
- La decisione di giocare all’estero, pur avendo potenziali benefici economici, potrebbe alienare i sostenitori più fedeli.
- È importante che i club trovino un equilibrio tra le esigenze commerciali e il rispetto per la propria cultura calcistica.
Inoltre, c’è anche il tema del costo della trasferta per i tifosi. Volare fino a Perth comporta spese significative, non solo per il volo, ma anche per il soggiorno e le altre spese legate al viaggio. Questo è un fattore che non può essere ignorato, specialmente in un periodo in cui molte famiglie stanno lottando per riprendersi economicamente dopo la pandemia.
le sfide per i tifosi
Un’altra questione da considerare è la disponibilità di biglietti. Se l’evento avrà un numero limitato di posti, ci saranno certamente più tifosi interessati di quanti ne possano realmente partecipare. Questo potrebbe portare a frustrazione e delusione tra coloro che non riescono a ottenere un biglietto, alimentando ulteriormente il risentimento nei confronti delle scelte fatte dalla Lega e dai club.
Il calcio è, in ultima analisi, un gioco di emozioni e passione, e ogni decisione presa deve tenere in considerazione il cuore dei tifosi. La sfida per i club e per la Lega consiste nel trovare modi creativi per coinvolgere i sostenitori, anche quando le partite si svolgono lontano da casa. In un’epoca in cui il calcio sta cercando di riprendersi e di riscrivere le proprie regole, è essenziale mantenere e rafforzare i legami con i tifosi.
